• Abbonati

On the road

On the road

Via Daste e Spalenga: nomi curiosi, non di persone, ma…

Suscita spesso curiosità nei passanti il nome della via, quel “Daste e Spalenga” che sa di altre epoche, di altri suoni e che, pure, al nostro orecchio ha gli accenti familiari del largo dialetto della Bassa

Un tempo, com’è noto, un corso d’acqua, per quanto esiguo, rappresentava un’autentica risorsa per la piccola economia del territorio: lungo fiumicelli, rogge e torrenti, nella Bergamasca, sorgevano nuclei abitati e, spesso, l’energia dell’acqua serviva a muovere le macine e a produrre pane e polente.

In epoca più tarda, accanto a molini e cascinali, le preziose rogge favorirono lo svilupparsi delle filande, che sorsero numerose, intorno a Bergamo. È il caso della modesta Seriola Morlana, che, da Nembro, scende verso la pianura, lambendo i confini del comune di Bergamo. Lì, sorsero, anticamente, due molini o macine ad acqua e lì si svilupparono due piccoli agglomerati di abitazioni, che presero il nome di Daste e di Spalenga: erano poche abitazioni rustiche ed ospitavano, alla fine del XVI secolo, rispettivamente, una trentina e poco più di un centinaio di persone.

Sull’origine dei toponimi, data la loro antichità, vi sono, naturalmente, diverse ipotesi, alquanto spannometriche: Daste, potrebbe derivare dalla voce “Hastae”, ovvero le vecchie pertiche con cui si misuravano i fondi, mentre Spalenga suona, forse, come corruzione longobardeggiante di un latino “Spalianica” a identificare i proprietari dei terreni (Spalianii).

Quale che sia la loro origine onomastica, pur facendo parte dei “Corpi Santi”, data la loro distanza dalla città, Daste e Spalenga furono inglobati nelle vicinie cittadine, ovvero le consorterie di abitanti del capoluogo, dotate di propri organi istituzionali (a Bergamo, nel basso Medioevo, erano 22), e condivisero, per secoli, il destino della città: tanto che, ancora oggi, esiste una strada comunale che è intitolata a questi due remoti toponimi e che divide Borgo Palazzo dalla Celadina, scorrendo da via Borgo Palazzo a via Gleno.

Bella e interessante è la storia di questi “Corpi Santi”, che, in pratica, fungevano da collegamento tra la città propriamente detta e il contado: a Bergamo esistevano fin dall’alto Medioevo, ed avevano un’identità piuttosto marcata. Essi coincidevano, più o meno, con gli attuali sobborghi cittadini, come Colognola, Redona o Valtesse.

Molto più recentemente, in atmosfera di recuperi archeoindustriali, la via Daste e Spalenga ha goduto di una qualche fama, per la bella centrale termoelettrica, creata per rifornire di energia le Industrie Riunite Filati e, oggi, restituita agli antichi splendori per ospitare iniziative sociali e culturali. Si tratta di un angolo niente affatto secondario del nostro territorio: la roggetta, con le vecchie case che ancora vi si affacciano, indifferenti al sorgere disordinato dei casermoni di periferia, ci restituisce un’atmosfera d’altri tempi, e la Città Alta, aristocraticamente adagiata sui suoi colli, sembra lontanissima, sebbene domini l’orizzonte visivo.

Suscita spesso curiosità nei passanti il nome della via, quel “Daste e Spalenga” che sa di altre epoche, di altri suoni e che, pure, al nostro orecchio ha gli accenti familiari del largo dialetto della Bassa: così, senza la pretesa di scrivere la grande storia, speriamo di avere contribuito un pochino a soddisfare questa curiosità.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Generico dicembre 2020
Via libera dalla giunta
In Daste e Spalenga la piazza che Bergamo dedica a Fabrizio De Andrè
Il Consiglio Comunale ai tempi del Covid-19
Bergamo
Bestemmie e video hard durante la diretta: salta l’incontro online del Comune
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI