Un viaggio è sempre un sogno che si realizza. Un’evasione dalla realtà quotidiana, un desiderio di scoprire altre terre e forse altri noi stessi.
Basta soffermarsi pochi minuti all’aerostazione “Il Caravaggio” di Orio al Serio per vedere quel desiderio che si avvera, rinchiuso in un trolley. Come pellegrini medioevali c’è chi si è già proiettato altrove con sandali, tuniche, occhiali da sole e cappelli di paglia.
C’è chi parte, chi resta, chi lavora allo scalo di Bergamo.
Da venerdì 10 agosto a lunedì 20 sono previsti in transito da Orio (tra partenze e arrivi) 480 mila passeggeri. Quasi mezzo milione di persone, di sognatori.
C’è chi parte da solo, chi in coppia, chi con la famiglia o con la nonna. Chi torna a casa nei Paesi arabi o nell’Est Europa, e chi rientra dal riposo in famiglia.
C’è il momento degli abbracci, del bacio, delle ultime raccomandazioni. Il tutto sospeso in un corridoio che precede i controlli e il check-in.
C’è chi osserva questa umanità in transito e chi all’aerostazione ci lavora: dal personale di pulizie alla cameriera del bar, dal posteggiatore all’agente della sicurezza, dalla hostess al pilota…. Per tutti Orio al Serio è una pianeta a sé, una base per partire, un approdo per tornare alla propria vita o ricostruirne una.
Lo sguardo attento di Federico Valentini racchiude in un minuto un frammento di quell’umanità in partenza diluita in una mattina, in fila all’imbarco verso un nuovo sogno o fuga che sia.
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