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L'analisi

Famiglie bergamasche indebitate per 25mila euro, tra le più esposte in Italia

I "passivi" con banche e istituti finanziari ammontano, complessivamente, a quasi 11.606 milioni di euro. In crescita del 0.7% sul 2016.

Le famiglie bergamasche sono indebitate per un importo medio pari a 24.913 euro. I “passivi” con banche e istituti finanziari ammontano, complessivamente, a quasi 11.606 milioni di euro. In crescita del 0.7% sul 2016. Tra le province più esposte Bergamo è undicesima a livello nazionale.

Le cifre, elaborate dalla Cgia di Mestre, sono riferite a fine 2017. L’indebitamento medio è quello per mutui casa, prestiti personali, prestiti contro la cessione dello stipendio, aperture di credito in conto corrente.

A fine 2017, segnala sempre l’Ufficio studi della Cgia, le famiglie più “esposte” con le banche abitavano in Lombardia. Al primo posto scorgiamo quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.595 euro; al secondo posto quelle di Monza-Brianza, con 29.078 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.631 euro. Appena fuori dal podio troviamo Como: il debito medio ammontava a 27.501 euro.

“Premesso che le aree provinciali più esposte ai debiti sono quelle che registrano i livelli di reddito più elevati – segnala il segretario della CGIA Renato Mason – è evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti in questi ultimi anni nel settore immobiliare, non destano particolari problemi che, invece, si riscontrano in altre aree del Paese, in particolar modo nel Mezzogiorno”.

Negli ultimi posti della graduatoria nazionale, invece, si segnalano le famiglie residenti nel profondo Sud, come quelle di Reggio Calabria, con un debito di 10.301 euro, quelle di Vibo Valentia, con 9.411. Le famiglie meno indebitate d’Italia, infine, sono ubicate a Enna, con un “rosso” che si è attestato a 9.169 euro.

Le famiglie italiane sono indebitate per una media di 20.549 euro. I “passivi” con banche e istituti finanziari ammontano a quasi 534 miliardi di euro. Dal 2014 l’andamento è in costante crescita;in questi ultimi 3 anni il debito è salito di 40,6 miliardi (+8,2%) e in gran parte perché gli istituti di credito sono tornati a prestare denaro.

Il ruolo economico delle famiglie italiane è importantissimo: il 60 per cento circa del Pil nazionale è riconducibile ai consumi dei nuclei familiari. E l’eventuale aumento dell’Iva potrebbe compromettere ulteriormente la tenuta economica di queste ultime, soprattutto di quelle ubicate nelle realtà più in difficoltà del Paese.

“Anche se fosse solo selettivo – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – l’eventuale aumento dell’ Iva peggiorerebbe, in particolar modo, la situazione economica delle famiglie meno abbienti. Segnalo, inoltre, che nemmeno l’operazione meno Irpef più Iva sarebbe a saldo zero. I 10 milioni di contribuenti Irpef che rientrano nella no tax area, tra i quali i disoccupati e coloro che percepiscono una pensione di invalidità, non avrebbero alcun benefico dall’introduzione della flat tax. Per contro, subirebbero un aumento dei prezzi di beni e servizi che toglierebbe loro ulteriore liquidità”.

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