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L'intervento

Marcinelle, la senatrice Gallone: “I giovani cervelli sono i nuovi migranti italiani”

"Dobbiamo fermare la fuga dei giovani cervelli, offrendo loro nuove opportunità di lavoro qualificato e ben retribuito, per rendere il nostro Paese sempre più competitivo a livello internazionale"

Era la mattina dell’8 agosto 1956 quando nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, ebbe luogo quello che venne chiamato sul disastro di Marcinelle. Un incendio, causato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica, sviluppatosi inizialmente nel condotto d’entrata d’aria principale, riempì di fumo tutto l’impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 emigranti italiani.

A 62 anni da quella triste data, divenuta giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, il caso fa ancora discutere. “L’8 agosto 1956, in una delle peggiori tragedie del lavoro e dell’immigrazione, 262 minatori, di cui 136 italiani, persero la vita nella miniera di Marcinelle in Belgio – afferma Alessandra Gallone, vice capogruppo di Forza Italia al Senato – . La giornata di oggi ci induce a ricordare che siamo stati una nazione di emigranti economici, costretti ad andare nel mondo a cercare lavoro trattati troppo spesso in maniera umiliante e patendo fame e disperazione”.

“Oggi – osserva – dall’Italia emigrano soprattutto cervelli, migliaia di giovani che non riusciamo a valorizzare dopo averli formati nelle nostre universita’ di eccellenza. Allo stesso tempo siamo meta di una ondata migratoria senza precedenti: migranti economici, come lo eravamo noi, e popoli che fuggono da guerre e persecuzioni.

L’Europa deve farsi carico dei richiedenti asilo e allo stesso tempo immaginare un piano Marshall per l’Africa, come hanno proposto Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, per contenere il flusso dei migranti economici, che non possiamo accogliere tutti ma ai quali non possiamo voltare le spalle e ai quali dobbiamo garantire un trattamento civile e decoroso, ben lontano dalle umiliazioni e dai trattamenti ai limiti dell’umanita’ che tanti italiani sono stati costretti a subire in molti paesi europei e oltre oceano”.

“L’Italia, noi tutti – conclude Gallone -, dobbiamo invece fermare la fuga dei giovani cervelli, offrendo loro nuove opportunità’ di lavoro qualificato e ben retribuito, per rendere il nostro Paese sempre più competitivo a livello internazionale”.

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