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Settima puntata

Alla scoperta del Museo di Scienze Naturali: come si costruisce un modello di dinosauro

Settima puntata della nostra rubrica dedicata ai cent'anni dalla fondazione del Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo dedicata alla creazione dei modelli esposti nella mostra "Noi abbiamo 100 anni, loro molti di più"

Fra gli aspetti più affascinanti della mostra “Noi abbiamo 100 anni, loro molti di più” presente all’interno del Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo è senza dubbio aver la possibilità di vedere da vicino i dinosauri a grandezza naturale e osservare come potevano essere dal vivo. A rendere tutto ciò possibile è stato il lavoro certosino di alcuni esperti che, partendo dai fossili ritrovati nel corso degli anni, hanno avuto modo di riprodurre quello che era l’aspetto dei giganteschi rettili vissuti milioni di anni fa.

“Si tratta di un lavoro che mette assieme arte e scienza, da un lato ricercatori e paleontologi, dall’altro illustratori e scultori che rimettono assieme le loro competenze per riportare in vita questi dominatori di un mondo perduto, animali vissuti molto tempo fa che nessuno ha potuto vedere – spiega Simone Maganuco, collaboratore dell’azienda Geo – Model e curatore della mostra “Noi abbiamo 100 anni, loro molti di più”.

Un lungo lavoro che parte dallo studio dei fossili stessi, come illustra Maganuco: “Si possono considerare studi fatti da noi oppure dai nostri colleghi e, una volta esaminati i reperti, si va a ricostruire con l’aiuto degli illustratori lo scheletro prima su carta. Da lì in seguito si cerca di ricostruire capendo quali fossero i volumi della massa corporea (come muscoli e intestino) e ciò è possibile grazie ad alcune tracce ritrovate sulle ossa”.

Nel corso del processo di ricostruzione, per poter ottenere il risultato, fondamentale è l’apporto della tecnologia 3D che permette di riportare alla luce questi animali ormai scomparsi: “Con programmi di alta tecnologia digitale, lo scultore, seguendo le istruzioni del paleontologo, realizza un modello tridimensionale al computer senza perdere il senso delle proporzioni e di esser a contatto con il paleontologo quotidianamente anche se a distanza. Il progetto viene fresato da macchine a controllo numerico che restituiscono un modello in polistirolo a grandezza naturale e da qui parte il lungo lavoro tradizionale di artigiani e scultori che devono andare a modellare sul polistirolo tutta la pelle, squama per squama”.

Una volta pronto il modello, il lavoro non si ferma qui vista la fragilità di esso, ma prosegue con la realizzazione di un ulteriore modello in vetroresina, come illustra il paleontologo: “La plastilina non è possibile metterla in mostra, in quanto vi sarebbe il rischio di rovinarla in caso subisse dei colpi. Si passa così alla creazione di un negativo e poi di un positivo in vetroresina che viene preparato, dipinto a mano, inseriti tutti i dettagli come gli occhi di vetro che lo rendono più realistico prima di esser messo in mostra”.

Video di Diego Defendini

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