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L'inchiesta

Foppolo, nuova maxi tangente: tra gli indagati anche l’ex senatore Piccinelli

La Guardia di Finanza ha eseguito 14 perquisizioni tra Bergamo, la Valbrembana e la Svizzera: blitz negli uffici di imprenditori e politici, ma anche nelle sedi di Provincia e Regione. L'inchiesta si allarga ancora

Una presunta maxi tangente da centinaia di migliaia di euro. Ci sono nuovi indagati e nuovi sviluppi nell’ambito dell’inchiesta su Foppolo e Brembo Ski. Nella mattinata di martedì 24 luglio, la Guardia di finanza ha eseguito un totale di 14 perquisizioni tra la città di Bergamo, la Valbrembana e la Svizzera. Le operazioni, coordinate dal pubblico ministero Gianluigi Dettori, sono iniziate poco prima delle 7 e si sono concluse intorno alle 11.

Le perquisizioni

Le Fiamme Gialle hanno setacciato l’abitazione e gli uffici dell’ex assessore provinciale all’Agricoltura e Urbanistica nonché ex senatore di Forza Italia Enrico Piccinelli, 54 anni; oltre alle sedi di varie attività domiciliate in Valle, o comunque con interessi legati al territorio: la Regazzoni Costruzioni di Olmo al Brembo, l’immobiliare Vistalli Casa di Bergamo e lo studio di architettura Papetti di Piazza Brembana.

La prima a Foppolo e dintorni ha eseguito lavori per oltre un milione di euro: ha scavato per conto della Graffer per la cabinovia e fatto gettate per la Brembo Ski, figurando tra i maggiori creditori dell’azienda fallita nel febbraio 2017. In Valle la seconda ha costruito case e residence; la terza progettato strade, opere edili e di pianificazione urbanistica.

In mattinata i finanzieri hanno fatto visita anche alle sedi della Provincia di Bergamo e di Regione Lombardia, alla ricerca di atti e documenti utili ai fini delle indagini.

In tutto sono 7 i volti nuovi finiti nel mirino della Procura.

Il presunto intreccio

Con ogni probabilità, i nomi finora estranei all’inchiesta sono emersi durante gli interrogatori in carcere che hanno visto collaborare l’ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera e gli imprenditori Sergio Lima e Giancarlo Montini (accusati di corruzione e arrestati il 25 giugno, tutti e tre sono tornati ai domiciliari).

Tra i nuovi iscritti nel registro degli indagati, come anticipato, c’è un profilo di particolare spessore: quello dell’ex assessore provinciale e senatore Piccinelli (difeso dall’avvocato Giorgio Rossi), che al momento delle perquisizioni si sarebbe detto innocente e vittima di calunnie.

Ma quale sarebbe il suo presunto legame con Foppolo, gli imprenditori e i professionisti finiti nel vortice dell’inchiesta? Stando alle informazioni raccolte dagli inquirenti, nel 2014 Piccinelli sarebbe stato contattato dall’ex sindaco Berera per quanto riguarda il Piano Regolatore del Comune di Foppolo (lo strumento urbanistico che regola l’attività edificatoria all’interno di un territorio comunale). L’ipotesi è che dietro la stesura del piano ci fosse un ingente giro di mazzette (si parla di svariate centinaia di migliaia di euro) con la regia del primo cittadino e delle imprese oggetto di perquisizione, destinate all’assessore competente per ottenere modifiche finalizzate a favorire i loro interessi. Questo nonostante il piano in questione non andò a buon fine: aspetto sul quale gli inquirenti stanno cercando di approfondire.

Da Foppolo alla Svizzera

In contemporanea, le ricerche degli investigatori si sono estese fino a Mendrisio, nel Canton Ticino, dove sono stati perquisiti gli uffici di un politico e imprenditore locale di lungo corso, ma con solide radici in Val Cavallina. Si tratta di Renzo Bordogna, 78 anni, tra le altre cose titolare di una fiduciaria: la Massinvest.

Attenzionati dalla Procura anche due revisori dei conti (assistiti dall’avvocato Benedetto Bonomo), secondo chi indaga vicini a Piccinelli. Il filone dell’inchiesta è ovviamente lo stesso: legato alla presunta maxi tangente che sarebbe transitata da più soggetti in più tranche. Per tutti l’ipotesi di reato è corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

Quel che è certo è che l’incendio doloso alle seggiovie di Foppolo che l’8 luglio 2016 fece scaturire le indagini sembra assumere una rilevanza sempre più marginale, anche agli occhi degli inquirenti: l’inchiesta si allarga ancora, assumendo proporzioni allora nemmeno pronosticabili.

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