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L'intervista

A un anno dalla misteriosa morte di Bara nel burrone, il papà: “Me l’hanno ucciso” video

Sidy Thiam è ancora addolorato e attende risposte su come sia morto a soli 20 anni suo figlio: "È incredibile che nessuno abbia lanciato l’allarme"

Un anno di dolore per la perdita di un figlio. Dodici mesi nella speranza che la giustizia possa spiegare come siano andate le cose. Erano le 18 del 23 luglio del 2017 quando Mamadou Lamine Thiam, per gli amici Bara, veniva ritrovato morto in un burrone a Ubiale Clanezzo.

Un dramma, 365 giorni dopo, ancora avvolto nel mistero. Del giovane si erano perse le tracce la notte precedente, quando era fuggito da una festa in paese, la Ubiale Power Sound Festival, dopo un litigio con un ragazzo e un inseguimento da parte di alcuni dei presenti.

La famiglia del ventenne di origine senegalese è ancora scossa. Nell’appartamento al quarto piano di una palazzina lungo la Statale 470 ad Almè c’è il padre Sidy, a casa in malattia a causa di un infortunio sul lavoro alla Same di Treviglio. La mamma, Awa Yombe Dieye, 53 anni, è fuori per la sua occupazione come domestica. Le sorelle Bamby, 32 anni, Mamediarab, 29, e il fratello 14enne Bayemor, sono in Senegal.

Oltre al lutto, c’è il tormento per una verità su quanto accaduto quella sera che tarda arrivare. L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo, Fabio Pelosi, è in dirittura d’arrivo. Gli indagati al momento sono tre. C.B., 53 anni di Ubiale, e una coppia di fidanzati R.M., 25 anni di Alzano Lombardo lui, B.I., 35 anni di Sedrina lei. Alcuni testimoni han dichiarato che hanno inseguito Bara solo per una cinquantina di metri, ma c’è anche chi dichiara di averli visti osservare il ragazzino mentre si lanciava nel burrone in cui ha perso la vita, senza chiamare i soccorsi. Sviluppi investigativi potrebbero arrivare nei prossimi giorni.

Nel frattempo Sidy, il papà di Bara, torna a chiedere giustizia: “È impossibile che mio figlio si sia buttato volontariamente, per me è stato spinto. E in ogni caso, qualcuno deve aver visto. È incredibile che nessuno abbia lanciato l’allarme. Non si può morire così a vent’anni. Sono convinto che me l’hanno ammazzato. Adesso confido nella magistratura e spero che i responsabili paghino per ciò che hanno fatto”.

GUARDA L’INTERVISTA COMPLETA 

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