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L'assicurazione

Terremoti e calamità: una polizza tutela 25mila parrocchie italiane e 371 bergamasche

A sottoscriverla sono Cattolica Assicurazioni e CEI, Conferenza Episcopale Italiana, che hanno perfezionato l’accordo per una polizza assicurativa unica nel suo genere in Italia che garantisce la protezione dai rischi catastrofali a tutte le 25.796 parrocchie delle 225 Diocesi italiane

È la prima polizza di questo tipo contro i rischi di calamità naturale in Italia. A sottoscriverla sono Cattolica Assicurazioni e CEI, Conferenza Episcopale Italiana, che hanno perfezionato l’accordo per una polizza assicurativa unica nel suo genere in Italia che garantisce la protezione dai rischi catastrofali a tutte le 25.796 parrocchie delle 225 Diocesi italiane, tra queste anche le 371 della Diocesi di Bergamo.

Il complesso delle opere edili delle parrocchie, ovvero chiesa, canonica intercomunicante e campanile, sarà coperto dai rischi terremoto, alluvione e inondazione in modo uniforme ed omogeneo su tutto il territorio italiano.

Si tratta del primo schema nazionale contro i rischi di calamità naturale mai stipulato, a conferma dell’impegno di Cattolica su un tema critico della più stretta attualità e, in questo caso, verso il mondo religioso italiano. Il Gruppo Cattolica Assicurazioni, già presente con una quota molto elevata di mercato nel settore degli Enti Religiosi, rafforza così il proprio posizionamento distintivo.

“Questo accordo – ha dichiarato il Presidente di Cattolica Assicurazioni Paolo Bedoni – è frutto del lavoro di squadra compiuto dalle Direzioni tecniche e dalla Business Unit Enti Religiosi e Non Profit, strumento fortemente voluto da Cattolica per meglio interpretare i bisogni della Chiesa Italiana, un mondo al quale, per storia, identità e competenza, siamo tradizionalmente legati”.

Questo accordo assume un duplice significato. Industriale innanzitutto, perché il progetto, per l’entità della copertura, segna una pietra miliare per l’industria assicurativa italiana. La definizione di una copertura di tale portata ha richiesto un lavoro di analisi per la definizione corretta del rischio ed ha coinvolto i principali player della riassicurazione mondiale. In caso di calamità, Cattolica Assicurazioni attiverà il suo corpo peritale specializzato, mettendo a disposizione in maniera rapida e puntuale i fondi per la ricostruzione. Inoltre l’operazione è di particolare rilievo per il valore del patrimonio artistico di carattere religioso del nostro Paese.

Alberto Minali, Amministratore Delegato di Cattolica Assicurazioni, ha dichiarato: “Nel solco del Piano Industriale 2018-2020 e in continuità con l’impegno profuso da tempo da Cattolica nel settore degli Enti Religiosi, l’accordo raggiunto premia e valorizza la proposta distintiva del Gruppo Cattolica nell’innovazione di soluzioni assicurative, soprattutto rivolte a questo settore. In un Paese a forte rischio ambientale, idrogeologico e sismico come l’Italia, l’operazione assume anche un valore sociale e
culturale di cui siamo particolarmente orgogliosi perché tutela un patrimonio che rappresenta l’identità stessa del Paese”.

L’idea di assicurare contro le catastrofi naturali tutte le parrocchie italiane è nata all’indomani dei terribili eventi sismici che nel 2016 hanno colpito il centro Italia, provocando il crollo di edifici religiosi di inestimabile pregio. Simbolo di quella catastrofe fu il crollo della Basilica di San Benedetto a Norcia.

L’Italia è un Paese molto esposto a rischi catastrofali. Secondo dati ANIA (maggio 2017), 6 dei 10 più costosi terremoti che si sono verificati in Europa tra il 1970 e il 2016 sono avvenuti in Italia. Il 78% delle abitazioni italiane è esposta a rischio alto o medio/alto tra terremoto e idrogeologico. Nonostante questo quadro, c’è una bassissima penetrazione di prodotti assicurativi catastrofali. Oggi solo il 2,5% delle abitazioni private è assicurato contro i rischi di terremoto e alluvione. Se guardiamo agli edifici religiosi, solo a seguito dell’ultimo terremoto tra Umbria e Marche, le chiese danneggiate sono state più di mille, un terzo delle quali è tuttora inagibile.

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