“Senza tassa di soggiorno, il territorio provinciale di Bergamo perde due milioni di investimenti sul turismo”. A sottolineare il dato è stato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori che, nel corso della presentazione dei dati raccolti dall’Osservatorio Turistico della Provincia di Bergamo, ha osservato come l’attuale applicazione della tassa di soggiorno soltanto in poche realtà orobiche va a scapito delle opere nel settore dell’ospitalità: “Questa misura è un’imposta di scopo, per cui una parte dei fondi ricavati viene utilizzata per attività culturali–turistiche, mentre un’altra per la promozione turistica. Come Comune di Bergamo destiniamo circa il 30% del ricavato a Visit Bergamo e di conseguenza alla promozione turistica provinciale, per cui se la tassa venisse applicata nelle stesse modalità in tutti i comuni della Bergamasca che ospitano strutture alberghiere ed extralberghiere, gli investimenti per la promozione turistica provinciale sarebbero quantificabili in 2 milioni di euro l’anno”.
Secondo i dati presentati dal primo cittadino orobico, qualora la tassa di soggiorno venisse applicata in tutta la provincia con la stessa modalità del capoluogo, i fondi raccolti sarebbero calcolati in 7 milioni annui: “Nel caso la tassa venisse applicata a tutti gli 1,2 milioni di pernottamenti registrati lo scorso anno in provincia, sarebbe possibile ricavare all’incirca 7 milioni di euro l’anno. Ad oggi la tassa è applicata solo in alcuni comuni come Bergamo, Lovere e Stezzano, per cui è necessario una riflessione sul tema”.
Sulla stessa linea anche l’assessore regionale al turismo Lara Magoni, la quale sottolinea l’utilità della tassa: “Per investire sul turismo servono i fondi e per quanto possa esser presente l’aiuto di Regione Lombardia, è necessaria anche la tassa di soggiorno”.
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