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L'operazione

Scoperta frode da 300 milioni: 17 arresti, un bergamasco ai domiciliari

La frode attuata mediante la costituzione di un consorzio di società operanti nel settore della macellazione e della lavorazione delle carni intestate a dei prestanome: sono oltre 50 gli indagati a piede libero.

Nella giornata di mercoledì 4 luglio, oltre 200 finanzieri hanno dato esecuzione a 21 ordinanze di custodia cautelare personale ed eseguito numerose perquisizioni nelle province di Bari, Bergamo, Biella, Brescia, Caserta, Crotone, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce, Macerata, Milano, Modena, Novara, Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo, Torino, Venezia e Vercelli.

Sono finite in carcere 5 persone (tra cui 2 commercialisti) e 12 agli arresti domiciliari; 4 liberi professionisti sono stati colpiti dalla misura restrittiva dell’obbligo di firma, nonché dall’interdizione per un anno dall’esercizio dell’attività e dal divieto di assumere uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; sono oltre 50 gli indagati a piede libero.

È questo l’esito dell’attività d’indagine coordinata dai sostituti procuratori della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Gianfranco Gallo e Maurizio Ascione e delegata al Gruppo della Guardia di Finanza di Rho.

L’operazione, eseguita con l’ausilio di indagini tecniche, ha permesso di smascherare l’esistenza di un sistema associativo e di ricostruire una frode ai danni dell’Erario del valore complessivo di quasi 300 milioni di euro, attuata mediante la costituzione di un consorzio di società operanti nel settore della macellazione e della lavorazione delle carni.

In particolare, è stata eccepita l’inconsistenza dell’intera struttura consortile utilizzata dai vertici del sodalizio come mezzo per la progressiva monopolizzazione del mercato nazionale di riferimento e per la movimentazione di ingenti masse di capitali illeciti. Si trattava in realtà di società (generalmente S.r.l o S.r.l.s) intestate a meri “prestanome” nelle quali venivano sistematicamente creati rilevanti crediti IVA fittizi, attraverso la presentazione di dichiarazioni annuali fraudolente (mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e/o infedeli.

Tra i prestanome individuati dalla Guardia di Finanza di Rho c’è anche un 50enne bergamasco residente in provincia, incensurato, che risultava essere tra i rappresentanti legali del consorzio: a lui i militari hanno sequestrato un immobile, alcune auto e i conti correnti. 

In esecuzione della medesima ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano Guido Salvini, è stato altresì eseguito un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca di oltre 90 immobili tra ville di lusso, appartamenti, ristoranti, locali notturni, 35 auto tra cui numerose auto di lusso, 2 yacht, più di 200 compendi societari, conti correnti, disponibilità liquide, gioielli e 7 cassette di sicurezza, per un valore complessivo di circa 60 milioni.

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