Non è bastato il caldo a fermare le migliaia di sostenitori della Lega che nella giornata di domenica 1 luglio sono accorsi sul “Pratone” di Pontida in occasione del ventottesimo raduno del partito capeggiato da Matteo Salvini: giunti da ogni regione d’Italia muniti di tradizionali fazzoletti verdi e bandiere contraddistinte dal Sole delle Alpi, hanno accolto con gioia e speranza l’arrivo del segretario della Lega, al primo raduno in veste di ministro dell’Interno.
Sostenitori della prima ora, giovani, famiglie con bambini senza dimenticare i fan di Salvini muniti di maglietta blu hanno atteso nella calura pontidese con pazienza l’arrivo del vicepremier, godendosi momenti di giovialità ed ascoltato i numerosi interventi politici che si sono succeduti sul palco orobico. Attesa lunga e veemente, tuttavia non tradita dal segretario del partito che, già poco prima che il raduno si aprisse ufficialmente, ha voluto immergersi fra le braccia festanti del popolo che ha invaso il “prato sacro” ai leghisti: “Grazie a tutti coloro che sono venuti” ha detto un sorridente ministro dell’interno.
Saluti, selfie ed anche qualche affettuosa carezza hanno caratterizzato l’incontro di Matteo Salvini con i propri sostenitori che, durante tutto il raduno lo hanno acclamato con il titolo di “capitano”. Fra le numerose istanze presentate al segretario richieste di aiuto, gli immancabili “non si dimentichi di me” e soprattutto una richiesta di cambiamento, come ha espresso un sostenitore: “L’essere arrivati al governo è solo l’inizio, come quando si costruisce una struttura: prima devi assicurarti che le basi siano solide altrimenti il castello crolla sempre. Queste per me sono le fondamenta che si devono costruire e in questi primi 30 giorni sono già cambiate tante cose”.
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