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L'analisi

Mondiali: il Belgio diverte, Bye bye Tunisia, la Germania si rianima

Forse il c.t. tunisino Maaloul si era esposto troppo quando aveva pronosticato una Tunisia pronta ad arrivare fino ai quarti. Purtroppo l’orgoglio e la voglia di stupire non sono bastati e l’esperienza e la qualità di due selezioni nettamente più forti hanno prevalso su qualsiasi ambizione africana.
Dopo aver pregustato di strappare un punto ai leoni inglesi con l’uragano Kane che ha spazzato tutti i sogni la sconfitta contro il Belgio è ancora più roboante.

La squadra di Martinez trova pane per i propri denti e mostra tutta la sua potenza offensiva.
I Diavoli Rossi partono con l’acceleratore premuto al massimo e dopo soli cinque minuti Hazard viene atterrato all’ingresso dell’area di rigore. Il direttore di gara, lo statunitense Marrufo, non ha dubbi e decreta il rigore, confermato anche dall’assistenza tecnologica. Lo stesso numero 10 si presenta dal dischetto e infila Mustapha con un destro sul quale il portiere tunisino non ha nemmeno il tempo di tuffarsi. Oltre che aprire le danze allo Spartak Stadium quella dell’esterno d’attacco del Chelsea è una rete che riscrive anche la storia dei mondiali: infatti le gare senza 0-0 consecutive salgono a quota 27 (a fine giornata saranno anche 29) superando il record precedente che resisteva dalla Coppa del mondo svizzera del 1954. Questo per sottolineare ancora di più quanto questa rassegna iridata sia equilibrata e ricca di emozioni.
Un Belgio scatenato continua a martellare con verticalizzazioni veloci che quando vanno in porto sono letali: al 16′ Mertens (prestazione di livello, a servizio della squadra) serve Lukaku che con il sinistro non fa sconti a Mustapha trafiggendolo sul secondo palo. La gara va in discesa per De Bruyne e compagni che iniziano a gigioneggiare un po’ troppo e vengono riportati sulla terra dalla rete di Bronn che di testa ha il merito di riaprire subito il match. Nemmeno il tempo di esultare che il terzino si fa male e deve abbandonare il campo a favore di Nagguez che impatta in modo positivo sulla gara, un continuo propulsore sulla fascia destra, sempre a sostegno e in appoggio alla manovra. La sfortuna si abbatte ancora sulla Tunisia quando al 41′ anche Ben Youssef non riesce a proseguire la sua partita per un problema muscolare (al suo posto Benaluoane). Con una difesa tutta nuova ma soprattutto reinventata all’occorrenza gli uomini di Maaloul subiscono sul finire di tempo il 3-1: Meunier al limite dell’area fa il mago con il pallone, serve Lukaku che come contro Panama fa lo scavetto al portiere e insacca. Quarto gol e Ronaldo agganciato in classifica marcatori.
La Tunisia incassa il colpo, prova nella ripresa a rialzare la testa ma i tentativi si limitano a lanci a scavalcare la difesa imprecisi e lunghi. I diavoli di Martinez non hanno pietà e anzi sfruttano tutti i varchi possibili: al 51′ Alderweireld verticalizza per Hazard che con un tempismo perfetto brucia Benaluoane, stop di petto, dribbling sul portiere che prova pure a stenderlo e il 4-1 è confezionato. I due doppiettisti vengono richiamati in panchina e al loro posto subentrano Fellaini e Batshuayi che pure lui è un demonio: prima Meriah salva sulla linea un suo tiro mancino sporco, poi da due passi incredibilmente colpisce la traversa, e poi ancora è Benaluoane a fermarlo in scivolata davanti a Mustapha. Il gol sembra non arrivare per il giocatore del Borussia Dortmund ma al 90′ il neo entrato Tielemans produce un traversone in mezzo all’area, il difensore ex Cesena e Atalanta alza le braccia pensando che alle spalle non ci sia nessuno e invece sbuca Batshuayi che di controbalzo di sinistro firma la manita. Nel finale c’è spazio anche per Khazri che finalizza in rete il cross basso di Nagguez.
Il Belgio con 2 vittorie e ben 8 reti stacca il pass per gli ottavi mentre la Tunisia deve dire addio ai sogni di gloria. In realtà manca ancora la certezza aritmetica per entrambe ma dando per scontata la vittoria dell’Inghilterra su Panama ecco che il quadro sarà quasi sicuramente questa. La nazionale di Martinez ha svolto il proprio dovere con due successi divertendo con i ragazzi scatenati davanti ma ha anche mostrato qualche fragilità nella retroguardia. Sarà dunque fondamentale e molto interessante vedere Courtois & C. all’opera contro squadre di un livello superiore, quando dovranno pure difendersi e contenere. Solo lì sapremo la vera forza di questa nazionale. Per ora basta e avanza tutto questo spettacolo.

Nel calcio come nella vita un tiro in una porta, una punizione, un semplice episodio che si ripete su mille campi ogni giorno ti può cambiare una storia intera. Kroos in quel pallone aveva racchiuso tutte le speranze di un popolo, di una nazione ormai pronta al funerale della propria selezione. Il metronomo del Real Madrid con quella sfera doveva farsi perdonare dall’errore che aveva spalancato la strada alla Svezia. Kroos in un pallone che ha calciato chissà quante volte nella sua carriera aveva una responsabilità enorme, grande come il mondo. Kroos ha saputo trasformare una palla pesantissima in aria leggera da respirare a pieni polmoni che lo ha sollevato in volo in una felicità inimmaginabile, in un turbillon di emozioni che si mescolano, la rabbia, la voglia di spaccare il mondo, la rivincita personale e la sensazione che un semplice tiro ha dato una sterzata decisiva al percorso mondiale teutonico.
Si parte da qui inevitabilmente a raccontare Germania-Svezia, da una rete che può dare uno slancio pazzesco agli uomini di Löw i quali erano già pronti a essere rimandati a casa a testa bassa, con la maledizione della squadra vincitrice del mondiale che poi a quello successivo stecca.
Si inizia dalla fine a narrare di questa sfida crocevia fondamentale: Durmaz stende Werner al limite dell’area, Kroos da posizione defilata scavalca la barriera(a cui probabilmente mancava il terzo) e Olsen insaccando il 2-1 definitivo. E dire che fino al 94′ i tedeschi erano praticamente fuori dal mondiale mentre la Svezia pregustava l’impresa dopo aver fatto fuori già due compagini illustri come Olanda e Italia.

Una selezione scandinava sempre accorta dietro a protezione del suo fortino con mastini alti e forti fisicamente in difesa. La Germania conduce il gioco ma trovate spazi è praticamente impossibile, poche idee e pochi movimenti e su un errore del centrocampista del Madrid la Svezia riparte con Toivonen che con un pallonetto supera Neuer mandando all’inferno i tedeschi. Nella ripresa Löw prova a cambiare le carte in tavola: inserisce Gomez e sposta Werner sulla sinistra. È la mossa vincente. Gomez mette scompiglio e agitazione alla retroguardia scandinava mentre la freschezza e il cambio passo del talento del Lipsia danno problemi a Lustig. Dopo appena 3 minuti è lui a mettere in mezzo il pallone che Reus trasforma in gol della speranza. Ritrovato l’equilibrio, il canovaccio tattico non varia di una virgola con la Germania che deve optare per un gioco basso, veloce ed imprevedibile per sorprendere la muraglia svedese che tutto sommato supera lo shock e nonostante qualche difficoltà( tiro di Kroos deviato, Gomez spara da due passi in alto) porta un 1-1 di fondamentale importanza fino al 90′. Gli uomini di Andersson barcollano ma non crollano sotto i colpi tedeschi che nonostante l’espulsione di Boateng restano in avanti con Brandt che colpendo il palo pare mettere fine a tutte le speranze residue. Alla fine sull’ultimo pallone ecco la sorpresa e il gol di Kroos che rianima l’intera Germania.

Ora il girone si infiamma tra la disperazione svedese con tedeschi e scandinavi a quota 3 dietro al Messico che comanda il girone con 6 punti. Una terza e ultima giornata davvero di fuoco con tante combinazioni che possono crearsi. Intanto la squadra centroamericana si è coperta le spalle con un’altra vittoria di misura sulla Corea del Sud. Un gol di Vela dal dischetto e il raddoppio di Hernandez mettono in cassaforte il risultato, inutile ma stupenda la segnatura della bandiera di Son con un sinistro a giro. Tutto ancora da scrivere nel raggruppamento F, tutti ancora in gioco, consapevoli che un solo episodio, un semplice fallo, un centimetro può stravolgere un mondiale intero.

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