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Il racconto

Diario della maturità: “La mia prima prova è conclusa e ho dato tutta me stessa”

Gli esami di maturità raccontati in prima persona da Tiziana Maiorano, maturanda dell' ISIS Mamoli

Ieri sera, la fatidica notte prima degli esami, l’ho passata con le mie amiche: lontane da tutto e tutti, isolate in un angolo della città vicino alla montagna ad ammirare le luci di case ed auto dall’alto, le bocche si muovevano cercando di emulare le parole della canzone di Venditti accorgendoci solo dopo che forse non tutte la sapevamo a memoria e che nessuna aveva una voce degna dello storico pezzo, non che questo in realtà ci interessasse mentre ridevamo fino alle lacrime.

La mia mente nel frattempo viaggiava.

Quanti come me hanno vissuto questa notte, eppure mi sembrava una cosa così unica, così mia. Mi sembra che nemmeno le mie amiche potessero capire cosa stava succedendo, non me ne frega niente del voto di uscita o di quello che avrebbero pensato di me i miei professori né tanto meno dei commissari esterni. Mi da quasi fastidio che qualcuno abbia la presunzione di racchiudere 5 anni della mia vita in un misero voto. Ma probabilmente nemmeno i professori vorrebbero farlo.

Quando mi sono svegliata questa mattina, con 4 ore scarse di sonno, ho dovuto fare i conti con la realtà, non che le settimane prima le abbia passate in piscina invece che in biblioteca, ma quando all’esame ci stai andando le cose sono un po’ diverse e realizzi che quel voto ti serve e quel momento – IL momento – che hai visto solo nei film sta arrivando.

Sono le 6:00, la sveglia suona prima dato che la SAB (efficente come sempre) ha cancellato il pullman delle 6:50 e voglio arrivare puntuale per una volta a scuola quindi prendo quello delle 6:30.

Mi accorgo solo a metà viaggio di aver preso tutto tranne due cose: primo l’abbonamento, secondo le mappe della tesina da consegnare.

Dell’abbonamento me ne accorgo quando sale il controllore e delle mappe quando la mia compagna di classe lo scrive sul gruppo di classe, 15 minuti prima no? Quasi meglio della sab in quanto efficenza…. Ma almeno con me ho il cibo per le 6 ore che mi aspettano.

“Tutti quanti, a partire dai miei amici fino alla mia professoressa di italiano, hanno una grande aspettativa verso il mio tema, rigorosamente articolo di giornale, dato che scrivo anche fuori da scuola oltre che ad essere la direttrice del giornalino, più alta per me che non sono nemmeno la più brava della classe nei temi. Magari li sorprendo prendendo 9/15, chi lo sa.”

Questi sono i pensieri che attraversano la mia mente quando mi siedo al banco, non è nemmeno la mia classe quella in cui ci collocano, mi sento un po’ espatriata.

Sul volto dei miei compagni di classe vedo le sfumature del mio umore, io di ansia non ne ho, alcuni di loro però hanno anche vomitato per il nervosismo, ma ridono comunque, con me e di me dato che sono l’unica ad essermi dimenticata le tesine. “Non ti smentisci mai Tizzi, mi piace la tua coerenza però”. Rido che altrimenti piango.

I volti diventano quasi seri quando ci annunciano che mancano pochi minuti all’inizio della prova.

Le copie delle tracce si posano sui nostri banchi alle 9 e noi iniziamo.

Scarto subito l’analisi del testo: ho già focalizzato la mia attenzione sulla teologia B e sull’argomento o economico-sociale o storico-politico.

Scelgo in 5 minuti il secondo, so sempre cosa voglio è una mia caratteristica, il problema è su tutto li resto: riguardo a questo ho ancora un paio di assi nella manica da sistemare.

“Le masse e la propaganda ”, ad essere sincera il titolo non mi aveva emozionata granché, sono i testi che mi hanno convinta, l’esatto contrario per la traccia economico-sociale.

Il primo testo racconta in breve le masse oggi a confronto con quelle dei governi totalitari, mentre il secondo spiega come la politica abbia bisogno di dare un nemico contro il quale combattere alle popolazioni per poter mantenere il controllo su di loro e compattarle.

Mi inizia a balenare un’ idea nella mente, e passo i successivi 20 minuti a cercare di eliminarla dalla mia testa perché è la cosa più suicida che io possa fare, sviare completamente collegando Freud e gli istinti di vita e di morte, di amore e distruzione per poi tornare sui miei passi con la globalizzazione e il mutamento delle masse.

Non volevo rischiare di fare collegamenti così azzardati, ma se ci penso bene è giusto dare un senso a questi esami, che un senso non ce l’hanno, mettendoci me stessa e i miei strambi collegamenti.

Ho concluso allo scoccare della 5° ora, e non so come sia andata, so solo che il mio libro prima dei 30 anni lo pubblicherò comunque.

E magari chi lo sa, parlerò anche di Freud in un contesto politico.

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