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Bergamo

Giornata del rifugiato, si ampliano i progetti Sprar: salgono a 110 i posti disponibili, coinvolti anche i minori

I progetti SPRAR di Bergamo si allargano: il progetto di accoglienza diffusa promosso dal Comune del capoluogo a partire dal 1 luglio si aprirà anche ai minori.

I progetti SPRAR di Bergamo si allargano: il progetto di accoglienza diffusa promosso dal Comune del capoluogo a partire dal 1 luglio si aprirà anche ai minori.

Ad annunciarlo è l’assessore alle politiche sociali Maria Carolina Marchesi che, nel corso della presentazione delle celebrazioni per la Giornata Mondiale del Rifugiato avvenuta nella mattinata di lunedì 18 giugno, ha spiegato come il progetto offrirà trenta posti dedicati ai minori : “Trenta minori già accolti nei centri di accoglienza avranno la possibilità di accedere ai progetti SPRAR presenti sul territorio comunale. I ragazzi saranno inseriti negli istituti scolastici, con i più grandi che seguiranno corsi negli istituti professionali, mentre oltre a ciò questi avranno la possibilità di svolgere attività in luoghi come il Polaresco che gli permettano di creare maggiori legami con il territorio – illustra l’assessore –. Inoltre ci sarà la novità dei tutor che seguiranno questi ragazzi nel corso della loro permanenza, anche dopo il compimento della maggiore età. I tutor saranno circa 18 ed hanno svolto un corso specifico presso il Tribunale di Brescia, uno dei quali ha già iniziato a seguire i primi due ragazzi coinvolti in questa proposta”.

L’allargamento del progetto SPRAR, che nel 2017 ha visto coinvolte 56 persone in grado di svolgere 680 ore di volontariato fra gennaio ed agosto dello scorso anno, non coinvolgerà solo i minori, ma anche adulti, il cui numero passerà da 38 a 110, accolti come ad oggi in diversi alloggi in città adibiti a ciò come Casa del Bosco e Casa Amadei: “Ad oggi i progetti SPAR nel comune di Bergamo coinvolgono 34 uomini e 4 donne, ma a partire da settembre il numero di posti salirà a 110. Questi entreranno a far parte di un sistema di protezione e potranno esser aiutati non soltanto per i bisogni indispensabili, ma dando loro la possibilità di creare un progetto di nuova vita attraverso ricerco lavoro, alloggio ed anche di ricongiungimento familiare”.

Come anticipato nella mattinata di lunedì 18 giugno si è svolta anche la presentazione delle iniziative riguardanti la “Giornata del rifugiato” alla presenza fra gli altri della coordinatrice del Progetto SPRAR di Bergamo Antonella Rubich, del presidente della Cooperativa Ruah Bruno Goisis e della presidente del Consiglio Comunale di Bergamo e del Coordinamento Enti Locali per la Pace Marzia Marchesi, la quale ha illustrato l’obiettivo della manifestazione: “La giornata del rifugiato deve esser una giornata che metta al centro le persone indipendentemente da dove arrivano, e che debba valorizzare l’accoglienza, oltre che a ricordare le condizioni di milioni di persone che devono abbandonare la propria terra a causa di persecuzioni e vessazioni – sottolinea Marzia Marchesi – La giornata sarà posta a conclusione del festival “This is your home” che ha visto l’apertura all’Happening delle Cooperative Sociali lo scorso 10 giugno con la partecipazione di circa 250 cittadini. L’obiettivo è quello di coinvolgere il numero più ampio possibile di persone così da sensibilizzare la cittadinanza ad un tema così importante”.

Le iniziative prenderanno il via alle ore 17.30 alla GAMeC dove sarà possibile visitare una mostra fotografica dei beneficiari dei progetti SPRAR a cui seguirà un intervento del sindaco di Bergamo Giorgio Gori. proseguendo alle ore 19 con una camminata verso Parco Sant’Agostino in Città Alta per un aperitivo offerto dai progetti SPRAR seguito da intrattenimento musicale.

Una giornata molto sentita quella del Rifugiato 2018 e dal forte senso simbolico complice la situazione politico – sociale attuale che coinvolge il nostro paese, come sottolinea l’assessore Marchesi: “Rispetto alla situazione politica che si sta delineando in questi giorni, ciò che è fondamentale garantire i diritti umani, a partire dal diritto alla vita. Compiere azioni come quella di chiusura dei porti è un insulto alla vita, per cui ho apprezzato la scelta di alcuni sindaci di mantenere comunque aperti i porti presenti nelle loro città. Condivido il fatto che l’Europa intera deve divenire responsabile di un processo che deve guardare all’accoglienza, visto che il mondo è piccolo ed è impensabile che le persone vivano tutte nello stesso luogo per tutta la vita. È inaccettabile pensare di risolvere la questione immigrazione chiudendo frontiere ed alzando muri come avviene da anni in alcune nazioni, occorre risolvere trovare una soluzione confrontandosi”.

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