• Abbonati
Il caso

Bloccato in Cina da 7 mesi Sonzogni chiede ancora aiuto: “Per me è una tortura”

Il bergamasco, fermato dal 2 dicembre scorso, ha affidato a Facebook il suo ultimo appello, la sua ultima richiesta disperata di aiuto

È ancora bloccato in Cina Valentino Sonzogni, bergamasco di Almè classe 1967: dal 2 dicembre scorso, giorno in cui sarebbe dovuta finire la sua vacanza a Pechino, il 50enne è in stato di fermo e non può tornare in Italia, com’era invece nei suoi programmi.

Secondo il fisco cinese Sonzogni deve versare nelle sue casse 30 milioni di Yuan, l’equivalente di quasi 4 milioni di euro.

Il bergamasco ha affidato a Facebook il suo ultimo appello, la sua ultima richiesta disperata di aiuto. Ecco il suo post.

 

“Si parla spesso di umanità che soffre, di quanto sia ingiusto che un essere umano venga lasciato soffrire, che veda la sua vita, la sua libertà, la sua salute messe in pericolo.
C’è però una piccola categoria di dannati, non so quanto numerosa, di cui nessuno parla, ma di cui le nostre autorità italiane ed europee sono perfettamente a conoscenza, anche se apparentemente fingono che il problema non ci sia. Questa piccola comunità dolente si trova collocata in un solo paese del mondo, la Cina, dove una legge atroce, la cosiddetta ‘Travel Ban’ (divieto di uscire dal paese) costringe numerosi stranieri a rimanere bloccati per molti mesi, a volte addirittura per diversi anni, a causa di problematiche per lo più burocratiche o legate a contenziosi civili. Questa è gente innocente per definizione, perché se avessero commesso dei reati sarebbero immediatamente stati arrestati e condannati (probabilmente proprio in quest’ordine), mentre invece il Travel Ban viene applicato a tempo indeterminato in attesa di definizione di qualche pratica amministrativa. È uno strumento di vessazione che ovviamente non colpisce i cittadini cinesi, a cui l’applicazione di questo provvedimento non può fare né caldo né freddo, ma risulta micidiale nei confronti degli stranieri, in particolare degli italiani e degli europei.
Io sono uno di quei dannati, sono in Cina da sette mesi oramai, bloccato qui a tempo indeterminato non solo senza aver commesso nulla, ma addirittura senza essere accusato di nulla! Dei cittadini cinesi hanno usato una società mista (50% cinese, 50% italiana) per organizzare una frode fiscale, si sono messi in tasca un bel po’ di milioni, che si stanno godendo indisturbati, ed io, all’oscuro di tutto, vengo bloccato solo perché formalmente legale rappresentante della società, senza mai avere avuto compiti operativi, senza mai essere stato residente in Cina, senza aver mai preso un centesimo! E di fronte a questa evidenza le autorità cinesi cosa fanno? Perseguono i truffatori e cercano di recuperare il maltolto? Macché, se ne fregano e si accontentano di torturare il sottoscritto, distruggendogli la vita, il lavoro, la famiglia, tutto! E di fronte alle richieste della nostra Ambasciata di farmi rientrare in patria cosa rispondono: si arrangi, segua la procedura giuridica prevista per risolvere il caso; non fa nulla se questa procedura durerà anni e non porterà ad alcun risultato se non formale, non fa nulla se nel frattempo i danni alla mia persona saranno stati così gravi da essere irreparabili; queste sono le nostre regole, dicono, e voi non vi potete permettere di giudicare se sono giuste o sbagliate! E i nostri cosa fanno? Come reagiscono) Se ne tornano a casa intimiditi, con la coda tra le gambe…
L’applicazione dissennata e acritica dello strumento del ‘Travel Ban’ da parte delle autorità cinesi nei confronti degli stranieri, ed in particolare degli italiani, sta provocando situazioni di sofferenza indicibile e sta sicuramente provocando la distruzione di molte vite, nella maggior parte dei casi senza giustificato motivo.
Di fronte a questa cosa la nostra politica italiana ma soprattutto europea non può restare indifferente, deve intervenire pesantemente sul governo cinese per far cessare questa moderna e subdola forma di tortura. Lo ripeto ancora una volta: non si possono più tollerare i danni ingiusti, gravi e irreparabili che l’istituto del “Travel Ban” sta facendo ai nostri concittadini.
Non mi si venga a dire che la Cina è una superpotenza e non possiamo rovinare i rapporti. Se c’è la volontà politica la soluzione c’è, ovvero si applichino in tutta Europa contromisure punitive a livello commerciale, e se non basta bisogna colpire gli interessi cinesi in Europa. Di fronte ad una tale reazione i cinesi, che sono molto pragmatici, accantoneranno per un attimo la loro superbia da presunta superpotenza e considereranno la cosa con occhi diversi, rendendosi più disponibili.
Quando dico che è una battaglia di civiltà e di umanità non lo dico egoisticamente perché direttamente coinvolto, lo dico perché penso davvero che vada evitata tutta questa sofferenza ingiusta per tante persone.
Fate qualcosa per favore, salvateci! Prima che sia troppo tardi!”.

Valentino Sonzogni

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Valentino Sonzogni
Il caso
Deve 4 milioni al fisco cinese, bergamasco bloccato a Pechino: “Io, vittima di una truffa”
Valentino Sonzogni
Il caso
Fermato in Cina per problemi col fisco, la vicenda arriva in Parlamento
Valentino Sonzogni
La lettera
“Vi racconto le mie ore di paura e angoscia a Pechino”
Valentino Sonzogni
Imprenditore bergamasco
Bloccato in Cina da 5 mesi, Belotti alla Farnesina: “Riportiamo a casa Valentino”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI