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In tribunale

Allo stadio con una testa di maiale, prosciolto il Bocia

Particolare tenuità del fatto. Con questa motivazione il Gip del tribunale di Bergamo Federica Gaudino ha archiviato il procedimento che vedeva indagato, con l’ipotesi di reato di oltraggio a pubblico ufficiale, Claudio Galimberti, detto il “Bocia”, leader della Curva Nord atalantina. La richiesta di archiviazione era stata avanzata dal suo avvocato Andrea Pezzotta e del pubblico ministero Giancarlo Mancusi.

L’episodio incriminato risale al 12 aprile 2015, nella zona dello stadio comunale, prima della partita Atalanta-Sassuolo. Secondo le contestazioni, Galimberti, dopo aver pranzato con amici, entrò allo stadio con la testa di una porchetta stretta tra le mani e, davanti alle telecamere di videosorveglianza e ad alcuni poliziotti, urlò: “Questa testa di maiale portatela in Questura”.

Un’iniziativa che costò al “Bocia” anche un Daspo di 5 anni con obbligo di firma in Questura. Secondo la polizia, supportata dai filmati delle telecamere, nel giorno di Atalanta-Sassuolo, Galimberti aveva varcato il confine delle reti metalliche gialle attorno allo stadio comunale, entrando così nell’area riservata (antistadio o prefiltraggio) alla quale si può avere accesso solo se si è in possesso di un biglietto. Circostanza impossibile per il Bocia” che non può acquistare nessun ticket essendo sottoposto all’articolo 9 della legge Amato del 2007 (niente titoli di accesso per chi è stato condannato in primo grado). Quindi, senza scavalcare nulla, era riuscito a entrare nell’area riservata eludendo il controllo di uno steward. Per la Questura è una violazione delle egge del 1989.

Il gip Gaudino ha invece respinto la richiesta di archiviazione per il procedimento che vede Galimberti imputato di minacce nei confronti dell’ex capo della Digos Giovanni Di Biase, assistito dall’avvocato Michelle Vavassori. Dopo aver rimediato il Daspo con obbligo di firma per l’episodio della porchetta, il 5 settembre 2015 il Bocia si presentò in Questura per firmare con numerosi tifosi al seguito è minacciò l’allora responsabile della Digos bergamasca.

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