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La protesta

“Mediaworld ancora sorda alle richieste”, presidio a Curno contro il trasloco fotogallery

Venerdì pomeriggio manifestazione dei lavoratori sotto la sede centrale. Cgil, Cisl e Uil: "Non si fa business sulla pelle delle persone"

Nuovo presidio alla MediaWorld di Curno. Venerdì  15 giugno, dalle 14, i lavoratori presidieranno l’ingresso della sede centrale del gruppo, per manifestare ancora un volta contro la decisione dell’azienda di spostare l’intero sistema organizzativo dell’azienda da Curno a Verano Brianza, con il conseguente spostamento di quasi 500 persone, “tra queste tantissime madri lavoratrici, spesso part time, per le quali le condizioni di lavoro diventeranno proibitive – scrivono in un comunicato Cgil, Cisl e Uil -. Inoltre, altri lavoratori appartenenti a fasce protette subiranno in maniera pesante i disagi del trasloco”.

sciopero mediaworld

Sono passati quattro mesi dall’annuncio e oggi manca poco meno di un mese e mezzo dalla data del trasloco. Mario Colleoni, Nicholas Pezzè, Terry Vavassori e Maurizio Regazzoni, di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS ritengono “inaccettabile che MediaWorld non abbia spostato di una virgola le proprie posizioni, rinunciando a qualsiasi compromesso”: “Non si può pretendere di arrivare in Italia e limitarsi a fare business. Abbiamo una storia fatta di diritti e tutele sindacali che non può essere ignorata, e imprenditori seri non possono pensare che disfacendo la rete sociale di un territorio possano continuare a fare i loro affari senza alcuna ricaduta. Dichiarare in ogni incontro che non vi saranno ‘licenziamenti’ ma contestualmente predisporre condizioni lavorative insostenibili, è un ossimoro. La realtà invece è che MediaWorld continua a mostrarsi sorda alle richieste dei lavoratori”.

“All’incontro al Mise tenutosi ieri – proseguono – si è cercato ancora una volta di far comprendere all’azienda quanto sia rilevante definire un accordo collettivo con le organizzazioni sindacali al fine di ridurre il disagio dei lavoratori e delle lavoratrici. Ad oggi, però, la società non ha mostrato alcuna apertura su flessibilità in ingresso e in uscita, utilizzo di forme di telelavoro e incentivi per coloro che non saranno nella condizione di trasferirsi a Verano o di chi subirà un notevole disagio economico”.

Sempre riferendosi all’incontro di ieri, i sindacalisti aggiungono: “Prendiamo atto con piacere che parte della politica locale si sia mobilitata per cercare di sostenere insieme a noi i bisogni dei lavoratori. Riteniamo necessario fare sistema per il bene di queste persone, definendo un tavolo a livello provinciale che inviti l’azienda a dare risposte concrete e credibili”.

Carnevali e Misiani (Pd): “Azienda riduca i disagi per il trasferimento”

“Ci aspettiamo che l’azienda metta in campo, oltre agli investimenti che dichiara di voler fare sul fronte dell’innovazione tecnologica e dell’apertura di nuovi punti vendita (rispetto ai quali sarebbe utile conoscere nei dettagli il piano industriale), anche le risorse e gli strumenti necessari – da predisporre e attivare prima del trasferimento – per ridurre il più possibile l’impatto e i disagi determinati dal cambio della sede, prestando particolare attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ai carichi familiari, alle situazioni di particolare fragilità. Anche la disponibilità delle regioni Lombardia e Lazio ad attivare politiche attive di riqualificazione dei lavoratori va a nostro giudizio raccolta dall’azienda. Sarebbe negativo se la mancata disponibilità di Mediamarket rendesse le dimissioni l’unica opzione praticabile, come peraltro è già accaduto per decine di lavoratori e lavoratrici.  Auspichiamo che nella prossima riunione del tavolo – calendarizzata per il 27 giugno alle ore 10.30 al Mise – l’azienda sia più aperta alla ricerca di soluzioni costruttive, permettendo il raggiungimento di un accordo nell’interesse di tutte le parti coinvolte”.

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