Tutto è iniziato domenica 10 giugno: 629 migranti, tra cui sette donne incinte, 11 bambini piccoli e 123 minori non accompagnati, sono stati soccorsi e messi in salvo a bordo della nave dell’Ong Sos Méditerranée, Aquarius.
Apparentemente nessuno è sembrato essere in critiche condizioni di salute, ma dalle ferite e dalle cicatrici presenti sui corpi, gli esperti hanno potuto accertare che si tratta di persone provate da lunghi mesi di torture e violenza.
La nave, che si trovava tra Malta e Sicilia, ha ricevuto domenica notte da parte delle autorità italiane un ordine di stand by, rimanendo così ferma in mezzo al mare ad aspettare un porto dove poter sbarcare.
Normalmente Aquarius sarebbe dovuta arrivare in un porto del sud Italia per fare sbarcare tutti i migranti. Questa volta però, Matteo Salvini, ministro dell’Interno italiano, ha deciso di negare alla nave il permesso di attraccare sulle coste italiane, sollecitando l’isola di Malta ad accogliere ed aiutare i 629 migranti.
Malta, però, non è sufficientemente attrezzata per occuparsi di uno sbarco di centinaia di migranti e, soprattutto, delle loro richieste di protezione internazionale. Rifiutando l’accoglienza, ha dato il via all’accesa discussione tra i ministri dell’Interno italiano e maltese.
Alla discussione hanno preso parte anche molte altre persone – politici e non politici – che si sono schierate dalla parte di Salvini attraverso i social, sui quali hanno anche scritto: “Basta. Salvare le vite è un dovere, trasformare l’Italia in un enorme campo profughi no. L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c’è chi dice no. #chiudiamoiporti”.
Non sono mancate però le numerose persone contrarie alla decisione presa dal ministro dell’Interno, che hanno espresso la loro opinione contraria attraverso sempre sui social. Tra questi anche la Chiesa che, citando un passo del Vangelo (“Ero straniero e non mi avete accolto”) hanno espresso il loro dissenso alla decisione di chiudere i porti.
Dopo la lunga disputa tra il governo italiano e quello maltese riguardo la decisione migliore da prendere, lunedì 11 giugno il governo spagnolo si è offerto di accogliere Aquarius nel porto di Valencia, al fine di “evitare una crisi umanitaria”.
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