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Mondiali 2018, tutto quello che c’è da sapere sulle squadre del girone A

Analizziamo selezione per selezione scoprendo meglio le nazionali che scalderanno l’estate russa

URUGUAY:

Da sempre considerata avversario temibile, anche in Russia ”La Celeste” non vuole fare sconti a nessuno e darà del filo da torcere partendo da favorita numero uno nel suo raggruppamento. Il punto di forza sta nel maestro, una garanzia assoluta come Tabarez che non molla mai un millimetro e allestisce sempre una formazione di tutto rispetto.

LA STORIA AI MONDIALI: Alti e bassi nel percorso della coppa del mondo con momenti di gloria pura alternati a crisi di movimento importanti. I biancoazzurri sono immediatamente protagonisti nel 1930:l’Uruguay organizza il torneo inaugurale in celebrazione della costituzione promulgata un secolo esatto prima e fa subito centro vincendo al primo colpo. La finale nello Stadio del Centenario contro i rivali rioplatensi dell’Argentina diventa una sfida memorabile con una rimonta storica dei padroni di casa nella ripresa dall’1-2 al 4-2 finale. Le due edizioni successive si svolgono in Italia e Francia, ma l’Uruguay per protesta contro la scarsa presenza delle nazionali europee ai mondiali di casa decide di non mandare i suoi giocatori. Dunque la Celeste torna alla carica nel dopo guerra e in Brasile piazza il secondo colpo: gli uomini di Fontana, dopo aver battuto la Bolivia 8-0, arriva al girone finale dove deve vedersela con Spagna,Svezia e appunto i brasiliani. 2-2 contro gli iberici, 3-2 rifilato agli scandinavi, la gara decisiva diventa il match al Maracanà. Di fronte una selezione travolgente, con grandi stelle, destinata a schiacciare gli uruguaiani, e invece a Rio si consuma una delle sfide immortali nei ricordi e nella storia(O Maracanaço): l’Uruguay ribalta il Brasile e alza la coppa in un clima surreale. Gli anni ’50/’60 non portano così tanta gloria: in Svizzera arriva il contentino della quarta piazza, nel 1958 i biancocelesti non si qualificano neppure alla rassegna iridata e i tornei seguenti vedono un declino sempre più inesorabile con un altro quarto posto nel 1970 e il raggiungimento degli ottavi a Messico 86 e Italia 90, ma per il resto le delusioni e le scottature superano di gran lunga le gioie con tante qualificazioni mancate. Bisogna aspettare l’arrivo di Tabarez per rivedere l’Uruguay a certi livelli:la cavalcata in Sudafrica nel 2010 è davvero emozionante con la compagine sudamericana che per un’unghia non raggiunge la finale dopo un percorso davvero entusiasmante. Nell’ultimo mondiale invece eliminate Inghilterra e Italia, il cammino sui campi verdeoro viene stoppato dalla Colombia al primo turno ad eliminazione diretta. In Russia ci sarà la 13^ apparizione.

PERCORSO DI QUALIFICAZIONE: nel girone del Conmebol gli uomini di Tabarez trascinati da Cavani hanno ottenuto il secondo posto con 31 punti(9 vittorie, 4 pareggi e 5 ko) raggiungendo l’aritmetica certezza il 10 ottobre 2017 nel successo conclusivo ai danni della Bolivia.

CONVOCATI

Portieri:Muslera, Silva ,Campana.

Difensori: Godin, Coates ,Gimenez , Pereira, Silva, Caceres, Varela

Centrocampisti:Nandez ,Torreira, Vecino, Bentancur , Sanchez , De Arrascaeta, Laxalt ,Rodriguez

Attaccanti:Urretaviscaya ,Stuani, Gomez, Cavani, Suarez

IL COMMISSARIO TECNICO: Oscar Tabarez non necessita di chissà quali presentazioni. Un nome, un volto e esperienza da vendere. Seduto da ben dodici anni sulla panchina della Celeste, l’ex allenatore anche del Cagliari è il c.t. che ha guidato una nazionale per il maggior numero di partite davanti al teutonico Herberger(allenatore della Germania dal 1936 al 1964). Nel palmares da coach brilla la Coppa America vinta con gli uruguaiani nel 2011 in Argentina che gli è poi valso il premio di ”Commissario tecnico dell’anno IFFHS”. Il Maestro è un combattente nato ed ha affrontato, e continua a farlo, pure la sindrome di Guillain-Barrè senza mai demordere.

LA STELLA E I TALENTI: un tandem offensivo da sballo con la coppia Cavani-Suarez pronta a seminare panico nelle retroguardie avversarie. Il centravanti del PSG, tecnicamente molto valido, vanta ben 100 presenze nella selezione biancoazzurra e disputerà il terzo mondiale con essa. El Matador ha il gol nel sangue e le statistiche lo dimostrano pienamente( media gol a gara: 0,36 al Danubio, 0,32 al Palermo, 0,75 a Napoli e 0,70 sotto la Tour Eiffel). Non è da meno il compagno che milita nel Barcellona: attaccante cinico, rapace d’area di rigore, abile nell’apparecchiare la tavola ai compagni con numeri da urlo sia in nazionale(50 gol in 97 partite) sia con squadre di club(con la casacca blaugrana ha toccato quota 110 reti in 130 presenze), guadagnando in ben due occasioni la scarpa d’oro. El Matador e el Pistolero sono la coda di una colonna vertebrale ben strutturata che parta dall’estremo difensore collaudatissimo Muslera, il centrale Godin, un centrocampo molto ”italiano” Torreira; Vecino, Laxalt e Bentancur. Il folletto della Samp è ormai sbocciato con i blucerchiati, piede educato che riesce con temperamento a unire capacità da regista a abilità da incontrista, mentre l’esterno del Genoa sarà una spina nel fianco nel 4-4-2 di Tabarez. Infine occhio anche al 22enne del Boca Juniors Nahitan Nandez, un talento da tenere sotto osservazione, potrebbe diventare uj crack della rassegna. Insomma una nazionale davvero stuzzicante.

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