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L'intervista

Sanga: “Se voto sarà, il Pd candiderà a premier Paolo Gentiloni”

Tra 5 Stelle e Lega ha vinto "certamente Matteo Salvini. È emersa chiara l'inadeguatezza di Luigi Di Maio sia da un punto di vista della leadership sia del ruolo che voleva svolgere. Di Maio era preso dal desiderio del governare a tutti i costi e col 32% si è fatto imporre tempi argomenti e persone da Salvini".

Giovanni Sanga, fino a qualche mese fa parlamentare del Partito democratico oggi, martedì, alle 18 parteciperà con convinzione alla manifestazione #iostoconmattarella davanti alla Prefettura in via Tasso portando con sé la Costituzione e la bandiera italiana.

Lei sta col presidente Mattarella dunque in questo frangente, se non sbaglio lo conosce anche…

Si conosco il presidente dai tempi dell’impegno giovanile, ho dei bellissimi ricordi dei convegni politici con lui di quegli anni: è un uomo di grande rigore e che non solo conosce la Costituzione in quanto professore di diritto costituzionale e giudice della Corte, ma anche perché l’ha vissuta pienamente come cittadino impegnato nelle istituzioni.

In queste ore è sotto accusa per il veto al possibile ministro Savona: qualche costituzionalista dice che non avrebbe potuto, altri invece sostengono che ha agito in punta di diritto. 

C’è un testo e ci sono sono delle interpretazioni corredate dalla prassi a cui anche Mattarella si è ispirato in questi anni nel suo operato. Con grande riservatezza, equilibrio e senza invadere il campo di altri poteri dello Stato.

Ha fatto bene a suo parere?

Mattarella ha a cuore le sorti del Paese al di là delle polemiche politiche e delle strumentalizzazioni di questi gironi e di queste ore in particolare. Mi pare che, dal dopo elezioni si siano consumati fatti un po’ irrituali e vantate pretese assurde. Con il “contratto” si è voluto sostanzialmente svuotare il ruolo del premier incaricato riducendolo a mero esecutore delle volontà dei partiti e dei loro leader (partiti nati per combattere la partitocrazia, non dimentichiamolo). E poi indicando un premier, Giuseppe Conte, di un’evidente e palpabile fragilità, non eletto peraltro, alla faccia delle dichiarazioni di sempre, e infine messo a capo di una coalizione che insieme non si era presentata alle elezioni, anzi era antagonista e con programmi alternativi.

Ma tra 5 Stelle e Lega, oggi, secondo lei chi ha vinto?

Certamente Matteo Salvini. È emersa chiara l’inadeguatezza di Luigi Di Maio sia da un punto di vista della leadership sia del ruolo che voleva svolgere. Di Maio era preso dal desiderio del governare a tutti i costi e col 32% si è fatto imporre tempi argomenti e persone da Salvini che ha saputo invece stare al centro della scena politica, in ragione anche dei limiti e delle debolezze dei suoi alleati: i 5 Stelle da una parte e Berlusconi dall’altra. Salvini ha portato Di Maio in un vicolo cieco, ha utilizzato le vicende di queste ore per far saltare il banco nella convinzione di andare al voto. Del resto ve lo immaginate Salvini che viene diretto dal premier Conte, sconosciuto professore?

Adesso però l’incaricato presidente del Consiglio è Carlo Cottarelli: come lo giudica? 

Senz’altro è un economista riconosciuto sul piano internazionale, ma non avrà la fiducia e quindi ci porterà alle elezioni. Sarà un esecutivo che non parteciperà a nessun titolo alla campagna elettorale. Ma Cottarelli dovrà rassicurare sul piano internazionale rispetto agli impegni e alla credibilità del nostro Paese. Vorrei dire dei mercati, ma oggi questo termine, “mercati”, viene letto come qualcosa che, al di sopra dei cittadini, li opprime. In realtà i mercati sono i risparmiatori italiani, sono le famiglie italiane che hanno messo da parte con sacrifici, sono le imprese che investono, quindi siamo tutti noi che abbiamo rischiato di fronte ai contratti e agli uomini che avevano proposto.

Quando Mattarella ha parlato di tutela dei risparmi non difendeva la Germania?

No. Difendeva i cittadini italiani, la loro capacità di acquisto e la loro possibilità di fare impresa. Settecentoquaranta miliardi del debito pubblico, pari a un terzo, è nelle mani di investitori stranieri che devono periodicamente sottoscrivere i nostri titoli. Noi a questi abbiamo detto che gli avremmo cancellato 250 miliardi dei loro crediti da un lato, e dall’altro abbiamo fatto credere che non saremmo stati più in grado di restituire il resto.

Presto si tornerà alle urne: che ruolo intende giocare il suo partito?

Penso che nel giro di qualche mese saremo al voto. Ed è chiaro che noi del Pd dobbiamo occupare il campo delle scelte dell’Europa e rispondere alla richiesta di tutela e protezione sociale che possiamo garantire agli italiani nella misura in cui stiamo dentro i grandi scenari senza isolare il Paese e senza portarlo su avventure putinaine.

È sicuro che gli italiani vogliono stare nell’Unione Europea?

Sì. Non solo perché ce lo dicono gli analisti ripetutamente, ma anche perché lo registriamo direttamente nella quotidianità. Gli italiani non vogliono uscire dall’Europa: due su 3 ritengono che sia un errore abbandonarla pur esprimendo la necessità di cambiare molte cose.

Chi sarà il vostro candidato presidente?

Se andremo presto al voto, come immagino, il Pd candiderà Paolo Gentiloni premier a capo di una coalizione che sarà in grado di raccogliere forze politiche e formazioni sociali che vogliono stare con convinzione dentro l’Europa, dentro le alleanze atlantiche e non vogliono correre avventure che potrebbero essere fatali e disastrose per tutti noi. Riportando ai seggi molti che si erano disaffezionati.

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