Storie di vita o pura estetica. Significati profondi o mera trasgressione. Segni dei quali ci si pente, tratti istintivi o sicuri: l’arte del tatuaggio è sempre più diffusa tra i giovani e non solo.
I ragazzi del Liceo Artistico Giacomo e Pio Manzù si sono raccontati e hanno deciso di farlo attraverso i propri tattoo.
“Molti studenti del Las hanno dei tatuaggi o vogliono fare di quest’arte una vera e propria professione. – spiega Marco Manzolini alunno della classe IV D dell’istituto – Così da un’idea del professor de Pascale , io e i miei compagni di classe Eva Coffetti e Emanuele Cattaneo insieme a Noemi Valtolina della classe II F abbiamo dato vita a “ON MY SKIN” –
Ancora per pochi giorni infatti le pareti dell’atrio del Manzù saranno abbellite con le foto dei tatuaggi dei ragazzi dell’istituto.
“Il progetto è partito a marzo e in un mesetto siamo riusciti ad allestire la mostra. – spiega Marco – Per reclutare tatuati che volessero far parte del progetto siamo andati nelle classi e una volta alla settimana dalle 13 alle 14 io e Noemi ci siamo armati di macchina fotografica ed immortalato i singoli tatuaggi.”
I ragazzi responsabili della mostra non si sono limitati solo alla pura esposizione fotografica ma hanno anche scavato a fondo di quei segni indelebili lasciati sul corpo per scoprirne il significato.
“Abbiamo chiesto agli alunni il perché dei tatuaggi e se i loro genitori ne fossero a conoscenza: la maggior parte ha confessato di averlo detto ai genitori e che, se pur spesso velati, i tatuaggi hanno sempre un significato.”
Marco, che non ha ancora lasciato sul proprio corpo segni indelebili, continua: “Vorrei riempire il mio corpo di tatuaggi ma, anche se i miei genitori non sono contrari, sto aspettando il momento giusto. I pregiudizi sui tatuaggi sono ancora molti: spesso i datori di lavoro richiedono l’assenza di questi tra i requisiti.”
Dalle interviste inoltre è emerso che per molti ragazzi del Liceo i tatuaggi non sono solo significati portati addosso ma una vera e propria passione che vorrebbero si tramutasse in una professione futura. Marco, che non esclude il lavoro del tatuatore, aggiunge “Sono troppi quelli che vogliono fare questo lavoro o almeno ci provano: è bene ricordare che non è un gioco.”
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