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Bergamo

Dalla “veglia” al “rosario”, dai frati si prega “in riparazione al gay pride” fotogallery

Lunedì sera, intorno alle 20.45, una cinquantina di persone si sono ritrovate al sagrato dei Cappuccini

Dalla “veglia” al “rosario”. Alla fine “in riparazione al gay pride” c’è chi ha pregato comunque. Per la precisione lunedì sera, 21 maggio, intorno alle 20.45, quando almeno una cinquantina di persone si sono ritrovate al sagrato dei Cappuccini di Bergamo.

Insieme hanno pregato fino alle 21.30 circa, quando una breve e leggera pioggia ha iniziato a bagnare le strade della città. L’iniziativa era già circolata nei giorni scorsi attraverso un post sui social network.

L’iniziativa aveva fatto (e probabilmente farà) parecchio discutere. Le prime polemiche erano sorte a una settimana dall’appuntamento con il primo Gay Pride bergamasco (che ha fatto registrare tra le 8 mila e le 10 mila presenze) quando un gruppo di associazioni cristiane aveva deciso di organizzare un momento di preghiera “in riparazione” alla manifestazione. Una veglia, per l’appunto. Promotore dell’iniziativa il circolo Popolo della Famiglia di Seriate, alla quale avevano presto aderito il Coordinamento Pdf Provincia di Bergamo, il Movimento per la Vita Val Cavallina, Intercomunione Bergamo/Brescia, il Circolo “La Croce” Bergamo e il movimento “Preghiera delle mamme”.

L’iniziativa, diffusa attraverso un volantino, era stata bersaglio delle critiche non sono del mondo Lgbt, ma anche delle stesse gerarchie ecclesiastiche, che avevano costretto gli organizzatori ad annullare la veglia.  “Il Pdf, per il senso di responsabilità che nutre nei confronti della diocesi di Bergamo, ha ritenuto opportuno annullare l’iniziativa, fatto che non impedirà di proseguire il proprio impegno a tutela e salvaguardia della vita e della famiglia”, la versione ufficiale riportata in un comunicato stampa.

Sulla questione era intervenuto anche l’assessore del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni, attraverso una lettera aperta indirizzata proprio a Bergamonews, che aveva sollevato il caso: “Da cattolico praticante penso alle periferie esistenziali di cui Papa Francesco parla quotidianamente – le parole di Angeloni -. Le sue frasi di accoglienza, così evangeliche, stridono enormemente con quel volantino che allude ad una implicita condanna a chi frequenterà il Pride, usando in modo meschino ed erroneo quanto per noi cristiani è rappresentato dall’eucaristia, il cui senso profondo include e non discrimina. L’uscita del volantino – scrive sempre l’assessore di Palafrizzoni – rovina un clima di dialogo e rispetto reciproco instaurato tra la diocesi e le organizzazioni promotrici del Gay Pride, le quali si sono mostrate sensibili e attente nel valutare la data dell’evento, in modo da non creare sovrapposizioni con la pellegrinatio del Papa Buono”.

Lo stesso Angeloni, lunedì 21 maggio, è tornato sull’argomento: “In queste ore vengo bersagliato di messaggi privati e tag su quanto scritto sulla veglia di ‘riparazione'”, ha scritto sul suo profilo Facebook. “Mi viene chiesto di confessarmi” e “di smetterla di bestemmiare, mi viene detto che non sono un vero cristiano” mentre “qualcuno mi propone confronti pubblici come se fossi un teologo. Credo che la Chiesa abbia bisogno di riflettere e noi cristiani di molto discernimento”.

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