• Abbonati
La storia

“Ecco come ho salvato mia figlia, a 6 anni già vittima di bullismo psicologico” video

Una mamma bergamasca racconta il calvario vissuto a scuola da sua figlia a causa di una bulla, fino al cambio d'istituto e alla rinascita

Paola a un certo punto del racconto si interrompe. Le scende qualche lacrima. L’angoscia nel ripercorrere l’incubo vissuto da sua figlia Gaia è ancora tanta. Il “mostro” è una sua compagna di classe, che dalla prima elementare ha iniziato a schernirla, umiliarla e ridicolizzarla. Bullismo. Questa volta di tipo psicologico, ma non meno grave. Tanto che la giovane vittima, alla fine è costretta a cambiare scuola.

Questa brutta storia ha luogo in un paese della provincia di Bergamo. Per ragioni di privacy e di sicurezza la mamma preferisce non svelare la sua identità e parlare in incognito. I nomi di lei e sua figlia sono inventati. Basterebbe questo per far capire la drammaticità della vicenda.

“Gaia tornava a casa ogni giorno piangendo – racconta la mamma ancora scossa – . Una compagna, la ‘leader’ della classe, aveva iniziato a prenderla di mira. ‘Nessuno deve parlare con Gaia’, ‘Nessuno deve giocare più con Gaia’. Se qualcuna disobbediva rischiava l’esclusione: per questo anche l’amichetta del cuore di mia figlia, sotto ricatto, l’ha abbandonata”.

Paola chiede aiuto alle maestre, che promettono di vigilare, ma di fatto per due anni non fanno niente. Le torture psicologiche continuano: “‘Noi andiamo a giocare, tu però non puoi venire’, ‘Nessuno inviti Gaia al pigiama party, se no non vengo io’: la reginetta della classe si accaniva sempre più. E Gaia peggiorava: in estate l’abbiamo mandata da uno psicologo, che ha documentato lo ‘stato di sottomissione psicologica della bambina’. La scuola non ha reagito nemmeno di fronte a questo certificato”.

E questa non reazione sconcerta. Le colpe non possono essere attribuite certo solo alla “bulla”, che arriva da un contesto difficile e che evidentemente aveva bisogno d’aiuto pure lei. “Parlare con la sua famiglia era impossibile: dalla madre arrivano grida, dal padre minacce”, spiega Paola.

“Se Gaia veniva interrogata, la bulla incitava gli altri: ‘Tanto sbaglia, vedrai’. E giù risate al minimo errore”. Anche a Paola tremano le parole, ora, nel racconto: “Mia figlia a un certo punto crolla: in classe non parla più, se interrogata fa scena muta, non gioca con nessuna amichetta. È completamente isolata ed esclusa. Anche i voti crollano: da tutti 9 e 10 a tutti 5 e 6. Lo stato d’ansia peggiora, diventa permanente. Gaia ha incubi ogni notte, dorme con me e mio marito, ma non basta. Gli incubi e l’ansia si trasformano in veri attacchi di panico e iniziano i tic: alla bocca, alla spalla, alla testa”.

Nell’estate tra la seconda e terza elementare ci si mette anche la sfortuna: al Centro ricreativo del loro paese Gaia e Rita si trovano nello stesso gruppo. L’aggressività della bulla arriva a spintoni, morsi, insulti e minacce sempre più pesanti. La terza inizia subito come un nuovo calvario, mentre la dirigente della scuola non sa fare di meglio di insinuare che ‘è Gaia a non sapersi rapportare agli altri’”.

È l’ultima goccia. Ai genitori non resta che far cambiare scuola a Gaia, come è successo al lo scorso dicembre 16enne della Val Brembana. “All’inizio è stato un nuovo trauma. Poi Gaia è rinata, giorno dopo giorno, fino a oggi. Parla e gioca con tutti, è felice, dorme. Gli stati d’ansia e gli attacchi di panico sono scomparsi, anche i tic stanno diminuendo: ne sono rimasti due, ma molto leggeri”.

“Resta anche la tristezza per una scuola che non è intervenuta, con bambini così piccoli e deboli. Vi abbiamo raccontato la nostra storia perché speriamo serva a cambiare qualcosa o almeno ad altre famiglie, perché si sentano meno sole”, conclude Paola. “Siamo stati comunque fortunati: Gaia ci ha sempre raccontato tutto. Se si fosse chiusa anche con noi, come succede a tanti e tante, sarebbe stato molto peggio. Spero solo che possa digerire con il tempo tutto quello che ha patito, tutta quella sofferenza, che l’ha segnata nel profondo, spero non per sempre”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI