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Le reazioni

Riconversione cementificio Tavernola: “Scelta pesante, colloqui già in corso”

L'amministrazione comunale ottimista sugli sviluppi e sui rapporti con la nuova proprietà: esulta anche il circolo di Legambiente Basso Sebino.

Con il “Sì” pronunciato dai cittadini nel referendum consultivo di domenica 20 maggio il Comune di Tavernola si impegna a intraprendere un percorso che porti alla riconversione del cementificio sul Sebino verso altre attività a ridotto impatto ambientale e paesaggistico.

Una decisione storica che avrà inevitabilmente un impatto sul futuro di tutto il bacino lacustre, sul quale la struttura insiste, da ogni punto di vista: “Al di là dei numeri e della percentuale dei votanti è un risultato importantissimo – commenta il vicesindaco e assessore all’Ambiente e Territorio di Tavernola Ioris Danilo Pezzotti – All’ultimo referendum fatto anni fa sul cementificio aveva votato il 58% degli aventi diritto ma allora si decideva solamente sull’uso di combustibili alternativi: dare un mandato per una riconversione ha un peso decisamente maggiore, qui si entra nella vita dell’azienda, dei lavoratori e delle loro famiglie”.

Esulta per l’esito del referendum il circolo Legambiente Basso Sebino che mette subito le mani avanti sulle prospettive aperte dalla consultazione: “L’esistenza dell’impianto, obsoleto ed inquinante per la popolazione ed in contrasto con le prospettive di sviluppo turistico del Sebino, non è più contemplabile. Va ora accelerato il confronto tra il Comune e la proprietà tedesca del cementificio per una riconversione delle attività. Attività che devono essere compatibili con l’ambiente, che riducano l’impatto paesaggistico e valorizzino le attività turistiche, ricettive e museali. Questo futuro non deve spaventare gli addetti. L’occupazione verrà salvaguardata con gli ammortizzatori sociali e sviluppata con la bonifica, con una nuova destinazione urbanistica e con le nuove attività terziarie. Ora va ritirata l’autorizzazione all’uso del css (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) come combustibile e ricordato alla proprietà tedesca, che detiene altri 4 cementifici a ciclo completo in Italia, che vi è una sovracapacità produttiva nel nostro paese che non giustifica l’attività di Tavernola se non per il controllo monopolistico del mercato del cemento”.

La volontà dei cittadini è stata espressa in modo netto (l’89% dei votanti si è espresso favorevolmente sulla riconversione) e ora la palla passa all’amministrazione: “Questo è sicuramente un punto di partenza – continua Pezzotti – Nei prossimi mesi raccoglieremo il consenso di tutto il bacino lacustre, chiedendo ai sindaci di sostenere questa nostra scelta. Da gennaio al cementificio c’è una nuova proprietà, che fa capo a Italcementi-Heidelberg, con la quale sono già iniziati i colloqui: da quegli incontro abbiamo già raccolto la loro disponibilità alla trattativa, hanno dato segnali positivi. C’è già una bozza di accordo su un progetto di riqualificazione che loro stessi presenteranno nei prossimi mesi, tutto il resto è da costruire: sarà un percorso che richiederà tempo, ovviamente non possiamo presentarci domani mattina in azienda chiedendone la chiusura. Il nostro compito, su mandato dei cittadini, è quello di portarli sulla strada della riconversione. Le sensazioni sono senza dubbio positive”.

L’azienda ha comunicato in una nota la propria posizione:

“Non è certo nostro compito entrare in dibattiti politici: quello che la cementeria fa e continuerà a fare è produrre cemento in modo sempre più sostenibile, nel pieno rispetto delle leggi e del diritto all’impresa, dando un proprio importante contributo all’economia del territorio e mettendo in campo tutte le azioni a favore del territorio che possano migliorare il rapporto con la comunità e la presenza dell’impianto nel suo contesto paesaggistico”: lo afferma Agostino Rizzo, Direttore Tecnico di Italcementi, all’indomani del referendum svoltosi a Tavernola Bergamasca.

“Questo referendum, che comunque ha visto meno della metà degli aventi diritto esprimersi positivamente sul quesito, dal nostro punto di vista chiude simbolicamente un decennio di rapporti difficili tra l’impianto e il territorio. Un periodo che vogliamo archiviare, per inaugurare invece una nuova stagione di dialogo con una comunità, quella di Tavernola, della quale ci sentiamo di far parte. È stato un voto sul passato: ora guardiamo avanti. La nostra convinzione è che industria e turismo possano convivere, così come possono coesistere un modo di produrre in modo sostenibile insieme con le giuste attenzioni per ambiente e comunità locali. Lo scorso 5 maggio abbiamo voluto aprire le porte della nostra cementeria alla popolazione di Tavernola, che ha risposto in modo positivo. Abbiamo dato un primo segnale dell’apertura al dialogo con il territorio che Italcementi intende rafforzare, con un atteggiamento nuovo rispetto a quello che fino allo scorso anno ha caratterizzato i rapporti tra impianto e comunità locale”.

“Il ruolo della cementeria, nei piani di Italcementi, è assolutamente confermato. In più di un’occasione ci è capitato di leggere congetture circa il destino di questo impianto, che qualcuno vorrebbe ormai segnato. Voglio ribadire che non è così: le potenzialità ci sono e questa cementeria può continuare a realizzare un ottimo prodotto per il suo mercato di riferimento, assicurando lavoro sia direttamente sia attraverso l’indotto. L’industria è a pieno diritto una delle vocazioni di queste terre. Ci sono impianti in luoghi splendidi delle Alpi o nei fiordi mari del Nord dove si produce cemento nel pieno rispetto dell’ambiente e delle comunità, con una convivenza pacifica e reciprocamente vantaggiosa tra industria e territorio”.

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