I suoi guai con la giustizia erano iniziati nel 2009 quando fu protagonista, da amministratore di fatto, del fallimento di due società a lui riconducibili con sede a Carobbio degli Angeli e Castelli Calepio: prelievi dai conti correnti, distrazione di beni, occultamento o distruzione dei libri contabili per impedire l’esatta ricostruzione dei movimenti.
Ottavio Severino Zambetti, classe 1959 residente a Carobbio degli Angeli, è stato arrestato nel pomeriggio di martedì 8 maggio dai carabinieri di Grumello del Monte che hanno dato così esecuzione a una condanna definitiva a oltre 5 anni per bancarotta fraudolenta e utilizzo di fatture fittizie per operazioni inesistenti: una pena inferiore alla richiesta del pm Maria Cristina Rota che di anni ne aveva chiesti sette.
I fatti contestati, come detto, risalgono al 2009 quando Zambetti gestiva la Cm Teco di Castelli Calepio e la Beta Noleggi di Carobbio degli Angeli, fallite a distanza di due mesi l’una dall’altra: nella ricostruzione fatta dagli inquirenti era emerso come le società, nell’imminenza della loro dichiarazione di fallimento, venissero svuotate dei loro beni patrimoniali che in parte andavano a formare il patrimonio della nuova società da lui creata o comunque a lui riconducibile.
Ma Ottavio Severino Zambetti era stato anche parte offesa in un altro procedimento, quello a carico dell’omonimo Gianbattista Zambetti, detto “Il Ragno”: da imprenditore in difficoltà avrebbe chiesto un prestito da 120mila euro a uno dei soci fondatori della banda che col passare del tempo aveva applicato tassi da usuraio, chiedendo che gliene fossero restituiti 500mila.
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