• Abbonati
#thearticle

Kirchner, l’espressionismo ponte tra vecchio e nuovo

Torna #theARTicle, la rubrica di BGY dedicata al mondo dell’arte. Per l’ottavo appuntamento, i riflettori sono puntati su Ernst Ludwig Kirchner, pittore e scultore tedesco aderente al movimento espressionista dei “Die Brücke”

6 maggio 1880: nasce ad Aschaffenburg (Baviera, Germania) il pittore e scultore tedesco Ernst Ludwig Kirchner, uno dei fondatori (assieme a Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff) del movimento espressionista “Die Brücke”.

Questo gruppo di artisti dell’avanguardia tedesca –formatosi a Dresda il 7 giugno 1905 – si pose all’origine di un più vasto movimento, quello dell’Espressionismo tedesco: esso, a differenza delle analoghe proposizioni sorte e diffusesi in Francia, era contraddistinto da atteggiamenti di decisa opposizione, sia politica che sociale.

Il nome “Die Brücke” deriva da un passo tratto da “Così parlò Zarathustra” del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, all’interno del quale si parla del potenziale umano nel costituire un “ponte” (la traduzione del vocabolo tedesco “die Brücke” è proprio la parola “ponte”) verso un futuro migliore: allo stesso modo, i membri del gruppo si pongono come obiettivo quello di creare un ponte fra il vecchio – la pittura neoromantica tedesca – e il nuovo – la pittura espressionista moderna.

Il periodo artistico più caratteristico della produzione di Kirchner coincide con il suo trasferimento a Monaco: qui entra in contatto con il Cubismo e con l’Art Nouveau ed entrambi i movimenti influenzano il suo stile, che diventa più drammatico, con tratti sempre più marcati, con violente deformazioni di personaggi e paesaggi, e con ampie stesure di colore (che ricordano sia Gauguin che i colpi di pennello di Van Gogh).

Art

Una delle opere che maggiormente rispecchia lo stile di Kirchner è senza dubbio “Potsdamer Platz”, olio su tela dipinto nel 1914 e visibile all’interno delle sale della Neue Nationalgalerie di Berlino. Quest’opera racchiude in sé tutti i tratti tipici dell’Espressionismo tedesco: la semplificazione delle forme, l’uso espressivo del colore, le atmosfere cupe, la volontà di denuncia contro una società borghese né amata né tantomeno stimata, ma soprattutto la volontaria rinuncia alla bellezza. Valore, quello della bellezza, apprezzato dai borghesi (essi vedevano nell’arte un momento di evasione dalla realtà) ma che proprio per questo non poteva essere condiviso dagli espressionisti, che contro i borghesi rivolgevano la loro critica.

La composizione è dominata da due figure femminili, due prostitute (una di profilo e l’altra fontale) alte quasi due metri che occupano tutta la parte sinistra del dipinto; entrambe portano in testa un cappello piumato e indossano abiti lunghi, che lasciano presagire appena la femminilità delle forme. Kirchner dipinge questo quadro dopo l’1 agosto 1914, data in cui la Germania decide di dichiarare guerra alla Russia: da quel giorno in poi, tutte le prostitute berlinesi dovettero indossare un velo nero come segno di patriottismo, lo stesso velo che portavano anche le vedove dei soldati.

Le due figure principali si sovrappongono ma non si toccano, quasi come se non si conoscessero nemmeno; sono vicine nello spazio ma al contempo isolate nella propria solitudine. E lo stesso accade alle figure sullo sfondo, incapaci di interagire le une con le altre nonostante siano a stretto contatto fra di loro. Kirchner attua questa scelta per trasmettere l’immagine di una società caratterizzata da una sostanziale incapacità umana nel comunicare con gli altri; società che, addirittura, potrebbe essere lo specchio di quella contemporanea.

Dietro alle due figure principali, un marciapiede dalla forma acuminata si inserisce prepotentemente nella biforcazione della strada; sullo sfondo, invece, si può cogliere la stazione di Potsdamer Platz in mattoni rossi, oltre che la vera e propria piazza, animata da luci e passanti. L’alternarsi sia di colori brillanti e colori scuri che di forme acute e linee spigolose conferisce alla scena un ritmo frenetico, permettendo all’artista di trasmettere il malessere che si respira vivendo nella città.

Infine, l’accentuazione delle diagonali – che non convergono verso un punto di fuga ma si perdono nel quadro – rende lo spazio instabile.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI