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La giuria online

“Scribo ergo sum 2018”, si parte: i primi racconti del concorso letterario studentesco

I racconti si sfideranno a colpi di likes sulla pagina Facebook di BGY e i tre racconti che riceveranno più likes nel post pubblicato su Facebook riceveranno il premio della giuria popolare online.

Orgoglio

Andrea guardava con incredulità alla folla che avanzava nella sua direzione: mai aveva visto così tante persone avanzare insieme per le strade della sua amata città. Quella moltitudine di esseri umani sarebbe potuto somigliare, a prima vista, ad un esercito, forse, se non fosse stato così palese che i suoi componenti non sarebbero mai stati pronti, né intenzionati, a prender parte ad alcuna guerra. I loro vestiti non solo non ricordavano divise, ma erano colorati, vari, abbinati senza criterio e probabilmente provenienti dagli armadi più diversi del mondo. Inoltre, i loro movimenti non erano coordinati e questo, se possibile, faceva aumentare l’incredulità di Andrea di fronte ad un gruppo che restava coeso, nonostante l’eterogeneità. La musica, più che dettare un ritmo al loro passo, sembrava accordare le loro anime, in una sinfonia di esseri viventi, alla vista, estremamente caotica, ma incredibilmente armonica per chi ha il tempo di fermarsi ad ammirare. Quella moltitudine avanzava in un disordine compatto, variegata com’era, nella strada, fatta eccezione per Andrea, deserta. Le persone, tra loro, non si somigliavano che per le espressioni: sorrisi, risate libere ed espressioni a metà strada tra l’ebete e l’estatico erano l’unica caratteristica comune. Nel gruppo, poi, c’era una gran confusione: molti danzavano, cantavano, qualcuno sembrava immobile, ma tutti si spostavano, in quella sorta di armata smobilitata, carica solo di sé stessa. I movimenti armoniosi, tra loro, s’intrecciavano, immensi di fronte agli occhi di Andrea, a meno di un metro e quaranta da terra. In testa al corteo, un’anziana ballava inarcando la schiena e tirando le punte con una grazia che stoava con le rughe da cui era solcato il suo volto abbronzato. Un ragazzo con dei fittissimi ricci neri, il torso scoperto sopra un paio di pantaloni larghi, era in costante movimento, come se il suo corpo non riuscisse a trattenere l’impulso vitale. Ogni volta che arrivava vicino alla donna, interrompeva il suo incedere fiero per farla girare come una trottola al di sotto del suo braccio. Una coppia, tenendosi per mano, aveva raggiunto il ragazzo solo per dargli un abbraccio, per salutarlo, per condividere del tempo con lui. Qualche metro più indietro, una ragazza la cui sciarpa vermiglia sventolava , in groppa a qualcuno confuso tra la folla, estrasse un megafono e gridò a tutti la propria gioia per la condivisione di quel momento. Tutti si voltarono a guardarla, gridando, insieme, gioiosi, la loro approvazione, l’orgoglio per quella serena unità. La ragazza scese nella folla per ricomparire qualche metro più in là, dove giocavano alcun bambini e mettersi a correre con loro, scivolando tra il resto della folla come un fiotto più rapido, interno a quel fiume. Quando ricomparvero, davanti a tutti gli altri, ridendo e spingendo con sé, un bimbo biondo la cui sedia, correva, su due ruote, più rapida di tutti gli altri, una ragazzina poco più alta di Andrea si avvicinò e prese la sua mano. Si guardarono per un istante negli occhi – uno verde, uno grigio e due azzurri- prima di correre insieme in un cerchio di allegria, incarnata nei corpi di esseri umani, così liberi di essere felici, reali, sinceri.
Nei pochi istanti che precedettero il suo totale risveglio, Andrea pensò che sarebbe stato bello vedere veramente Bergamo animata da una simile festa.

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