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Il doppio ex

Marcello Lippi, Gian Piero Gasperini e quell’autografo sul taccuino del giornalista

I due tecnici legati da un passato a Milano e dalla rincorsa all'Europa sulla panchina bergamasca, sempre con Percassi presidente

A grande richiesta, se si dovesse oggi costruire l’Atalanta del futuro, il nome che indicano gli sportivi è uno su tutti: Gian Piero Gasperini. A furor di popolo, indicato come il primo punto fermo da cui ripartire per sognare ancora, per vivere un’altra stagione entusiasmante.

E non è una novità a chi si è ispirato Gasperini: “Catuzzi, quando ero giovane, il primo allenatore a passare dalla marcatura a uomo alla zona. Poi sicuramente mi sono ispirato a Galeone e Lippi perché quando ero allenatore delle giovanili della Juventus lui era in prima squadra…”.

Facciamo allora un passo indietro e finiamo per incrociare un doppio ex illustre di Atalanta-Inter: Marcello Lippi. Venticinque anni fa l’Atalanta, con Antonio Percassi presidente, con Rambaudi, Ganz, Perrone, Montero, Alemao, era allenata proprio da Marcello Lippi. Una squadra che all’inizio aveva tenuto un passo da grande, terza a fine andata con 20 punti (c’erano ancora i due punti a vittoria) alle spalle di Milan (31) e Inter (23).

Un cammino da Europa, almeno fino a trequarti di campionato, per cui dall’inizio del girone di ritorno l’interrogativo era: ma Lippi resta?

Lippi

Ed ecco il documento che vi proponiamo. Dopo il pareggio del 7 marzo, Atalanta-Inter 1-1, autorete di Bergomi e pareggio di Manicone, all’ennesima domanda sul suo contratto, Lippi ci ha risposto così: ha preso l’agenda e ha scritto… un miliardo (in cifre, naturalmente si parlava ancora di lire), aggiungendo il suo autografo.

Alla fine però è rimasta solo la firma di Lippi per chi scrive questo articolo, perché le strade tra Percassi e il tecnico viareggino si sono separate. Non solo e non tanto perché l’Europa è sfuggita solo per un punto, sfumata alla penultima giornata nel ko sul neutro di Bologna, con il Genoa. Il presidente aveva nel mirino Guidolin, poi si sa com’è andata.

Ma tornando a Lippi e Gasperini, si può parlare (eh sì) di destini incrociati. Perché quando Lippi passa dall’Atalanta al Napoli e poi arriva alla Juventus, le giovanili bianconere sono allenate da chi? Da Giampiero Gasperini, che resta bianconero fino al 2003 e quell’anno vince anche il Torneo di Viareggio. Nel frattempo Lippi allena la prima squadra e con la Juventus vince tre scudetti, un anno arriva secondo, vince una Champions League e una Intercontinentale (1996). E quando nel 1999 lascia la Juve dove va? All’Inter… Dove ottiene un quarto posto e l’anno successivo si dimette alla prima giornata.

Un percorso non proprio memorabile, che qualche anno dopo (siamo nel 2011) ricalca (più o meno) Gasperini: la sua avventura all’Inter è ancora più breve, tre giornate e via… Ora ce lo teniamo stretto a Bergamo.

E Lippi? Ci ha fatto sognare con la Nazionale diventando campione del mondo nel 2006, meno fortunata invece l’avventura sudafricana nel 2010. Ma alla Nazionale è rimasto legato, tanto da essere lui a indicare qualche anno fa una rosa di tecnici, proponendo Montella o Gasperini. Tavecchio sceglie Ventura e sapete tutti com’è andata.

Lippi ha compiuto il 12 aprile 70 anni e ora è il commissario tecnico della Cina, Gasperini ha dieci anni di meno e resterà (speriamo) a Bergamo. Lippi, quando può, spende parole di ammirazione per Bergamo e l’Atalanta: “Ai miei tempi c’era lo stesso presidente di oggi, Percassi. Prandelli allenava la Primavera, Mino Favini era responsabile dei giovani. Passare a Zingonia e vedere tanti ragazzi che si allenano su quei campi, vicino alla prima squadra… ecco, quello è il mio ricordo più bello dell’Atalanta. Uno spot, un inno al calcio. Un’immagine molto bella, che ti resta nella mente. E complimenti a Gasperini, tecnico eccezionale e al presidente Percassi, per la sua grande capacità di programmazione”.

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