Il Creberg Teatro trasformato in un happening collettivo intorno al funky coinvolgente e adrenalinico di Maceo Parker (leggi). Come nelle previsioni, due ore di una musica che, grazie alla straordinaria forza del sassofonista e cantante statunitense, ha mostrato una vitalità senza tempo.
Dal jazz, no jazz l’ex compagno di avventure di Mr. Dynamite (alias James Brown) si è subito affrancato esibendo, davanti al folto pubblico di appassionati, una libertà creativa che ha i suoi fondamenti nel soul, via via trasformandosi in jazz, funk e black music. E il sassofonista americano lo ha rimarcato come quando ha rivitalizzato addirittura il passato remoto (1975) con Funky Music Machine anche se a fianco a lui non c’erano All the King’s Men, bensì un gruppo di solido impatto emotivo formato da Dennis Rollins al trombone, protagonista, tra l’altro, di un assolo quasi lirico, da Will Boulware alle tastiere, dalla spettacolare Nikki Glaspie alla batteria, dal solido duo Rodney Curtis al basso e Bruno Speight chitarra e, infine il contrappunto vocale e danzante di Darliene Parker.
Insomma un concerto appassionante, anche ballabile costruito da uno showman allo stato puro come Parker che ha fatto muovere a ritmo, per lunghi minuti, tutto il pubblico del Creberg, con (finalmente) una larga rappresentanza giovanile.
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