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In cassazione

Fece uccidere l’amico per intascare le polizze vita: ergastolo per Bertola

Roberto Puppo, 42enne di Osio Sotto, era stato assassinato nel 2010 in Brasile da un ragazzino pagato da Bertola 300 euro

È stato confermato anche in Cassazione l’ergastolo per Fabio Bertola. Nella serata di martedì 20 marzo è arrivata la sentenza di terzo grado sull’omicidio in Brasile di Roberto Puppo. La Corte di Cassazione ha confermato quindi il verdetto di primo e secondo grado per l’imprenditore bergamasco di 50 anni, difeso dagli avvocati Riccardo Tropea e Anna Marinelli.

Una vicenda drammatica, simile al copione di un film. Un “Romanzo criminale”, come lo aveva definito il pubblico ministero Carmen Pugliese. Roberto Puppo, 42enne commerciante di Osio Sotto, era stato assassinato il 24 novembre 2010 in Brasile (dove era andato con la proposta fittizia di un lavoro remunerativo), vittima di un agguato organizzato dallo stesso Bertola, di Verdellino, con la complicità di Alberto Mascheretti, 47enne di Sorisole, Valentino Masin, 49 anni di Verdellino, per riscuotere cinque polizze “puro rischio morte” da 1 milione e 250mila euro e recuperare così i duecentomila euro persi con la fallimentare società che gestiva l’Hemingway Cafè di via Borfuro, a Bergamo.

Mascheretti e Masin avevano patteggiato una condanna rispettivamente a un anno e otto mesi e a un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena.

Bertola, che era stato arrestato il 6 giugno 2013, secondo la sentenza dovrà invece restare rinchiuso in una comunità di Sorisole (per problemi di salute) per il resto dei suoi giorni. Secondo la Legge è lui l’ideatore del delitto, poi portato a termine da Vanubia Soares da Silva, la 30enne brasiliana, sua ex compagna, che ha agganciato la vittima e ha contattato il killer, un ragazzino di 17 anni pagato poi 300 euro. Puppo era stato freddato con quattro colpi di pistola e poi abbandonato in un campo a Maceiò.

Il viaggio in Brasile tre settimane prima della morte di Puppo con la Soares da Silva, in cui avrebbe organizzato il delitto dell’amico, una serie di sms con la donna (tra cui un “Ti amo” il giorno dopo l’omicidio), alcune intercettazioni con gli amici (tra cui un “Puppo era uno sfigato”) e soprattutto quelle polizze a puro rischio morte stipulate solo alcune settimane prima del viaggio: questa la serie di indizi sul quale si è basata la condanna di Bertola.

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