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La verifica

Che c’è nel piatto? L’assessore Poli nelle mense scolastiche del Comune di Bergamo

Da qualche giorno (e continuerà a farlo per qualche settimana) l’assessore all'istruzione Loredana Poli mangia nelle mense scolastiche del Comune di Bergamo per verificare, oltre alla qualità dei cibi, la validità dei menu proposti dalle linee guida di ATS Bergamo.

Da qualche giorno (e continuerà a farlo per qualche settimana) l’assessore all’istruzione Loredana Poli mangia nelle mense scolastiche del Comune di Bergamo per verificare, oltre alla qualità dei cibi, la validità dei menu proposti dalle linee guida di ATS Bergamo.

L’educazione a una corretta alimentazione, fatta di legumi, verdure e altri cibi sani, è uno degli aspetti fondamentali del lavoro nelle #mense scolastiche delle scuole primarie di Bergamo. Le abbiamo chiesto di inviarci dei video con le sue impressioni, ecco il primo.

“Non chiedo passi indietro sui valori nutrizionali dei nuovi menu: condivido l’obiettivo di fare prevenzione anche a tavola, con cibi che aiutino ad evitare l’aumento di obesità e le malattie croniche non trasmissibili nell’infanzia e nell’adolescenza – afferma Poli -. Il gruppo di lavoro attivato comprende, oltre a me, la nutrizionista del Comune di Bergamo e controllo qualità mense Dott.sa Marina Messina, e per la ditta Ser.Car. che gestisce le nostre mense con attenzione, competenza e collaborazione, Dario Mangili e la Dott.sa Chiara Gritti, nutrizionista. Supervisione di Ats Bergamo, Dott.se Antonioli e Parodi”.

“Le modifiche attuate possono essere un poco aggiustate per tornare a livelli accettabili di avanzo nei piatti, senza arretrare sui valori nutrizionali – prosegue l’assessore all’istruzione -. Tendenzialmente, alle scuole dell’infanzia i bambini mangiano/assaggiano tutto. Alla scuola primaria no: ci sono noti processi evolutivi e dinamiche di gruppo legati al tema del cibo; ci sono abitudini domestiche non particolarmente virtuose e ci sono richieste molto varie da parte dei genitori, compresa quella di abbassare il costo del pasto perché i legumi costano meno del prosciutto”.

“Il costo del pasto, però, è composto da tante voci, non solo dall’acquisto delle derrate e, ad esempio, tagliare una fetta di prosciutto costa meno della preparazione dei legumi a partire da crudo (nelle nostre mense non è consentiti l’utilizzo di cibi preparati industrialmente di cui a casa si fa largo uso, come i legumi in scatola per intenderci). Soprattutto, avendo lavorato con cura e con continuità sul tema della riduzione dello spreco alimentare, fa male vedere piatti intonsi buttati via: dopo i primi tentativi, lo scarto a fine pasto sta cominciando a diminuire” conclude Loredana Poli.

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