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14 marzo

Tributo a Stephen Hawking: “Grazie per averci insegnato ad amare le stelle”

Nonostante una vita in continua lotta contro la malattia, il lavoro di Stephen Hawking non è certo stato vano e destinato a svanire

Il 14 marzo 2018, tutto il mondo, o forse più consono, l’intero Universo, cerca invano di consolarsi per la scomparsa, all’età di 76 anni, del “padre della moderna cosmologia”, Stephen Hawking.

I figli di Hawking, Lucy, Robert e Tim vogliono ricordarlo come “Un grande scienziato e un uomo straordinario il cui lavoro vivrà per molti anni. Il suo coraggio e la sua perseveranza con la sua brillantezza e il suo umorismo hanno ispirato persone in tutto il mondo”.
Stephen Hawking è stato il più grande cosmologo della sua generazione e soprattutto un’icona mondiale per il suo impegno nella ricerca, impegno costantemente mantenuto, nonostante la grave atrofia muscolare progressiva, una sindrome correlata alla Sla, diagnosticatagli all’età di 13 anni. Ciò non gli impedisce di laurearsi a soli 20 anni, ma già un anno dopo iniziano i gravi problemi motori alle mani. Nel 1985 perde l’uso delle corde vocali a causa di una tracheotomia conseguente a una grave forma di polmonite, un altro grave problema dopo che, negli anni precedenti, era stato ridotto su una sedia a rotelle e impossibilitato ad alimentarsi da solo.

Ma nonostante una vita in continua lotta contro la malattia, il lavoro di Stephen Hawking non è certo stato vano e destinato a svanire, così come i ricordi e i momenti che ha costruito con le persone intorno a lui. Elencare i successi e le scoperte di colui che è considerato il più grande astrofisico, cosmologo e matematico di fama mondiale, sarebbe pressoché banale, ma è importante sapere che verrà ricordato per avere aperto le porte della mente sullo spazio e sul tempo, e ritengo incredibilmente azzeccato e, nella sua semplicità, perfettamente calzante, il tributo del presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, che scrive:

“Hawking ha vinto le sue stesse barriere fisiche, ricordando a milioni di persone le incredibili potenzialità dell’essere umano. Ci ha insegnato che la grandezza che ci circonda può essere parte di noi e può essere in parte compresa. Ora Stephen è polvere di stelle, le stelle che ci ha insegnato ad amare. Buon viaggio, Stephen”.

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