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La riflessione

“Accogliere anche la fragilità, la piccolezza, il lato buio, pauroso della vita…”

Don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Bergamo, condivide con noi alcuni pensieri in tempo di Quaresima.

Don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Bergamo, condivide con noi alcuni pensieri in tempo di Quaresima.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,14-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Parola del Signore

Picasso e “light painting”

Pablo Picasso “light painting” 1949

Non lo dico con leggerezza e so che non sono certo le belle e incoraggiati paroline che possono sanare le ferite profonde che tanti di noi si portano dentro;

che non sono i nostri “non ti preoccupare”, che possono dar pace rispetto a certepaure destabilizzanti se si guarda al domani;

non sono i nostri “ si dovrebbe” che possono sistemare con qualche semplice mossa storie chehanno preso pieghe complicatissime o risolvere velocemente passaggi di vita che devono avere la pazienza di tempi lunghi…

E se è vero che le nostre belle paroline che non hanno dentro il cuore che scalda e non si fanno gesto,  valgono poco,

noi siamo chiamati oggi esempre alla Fede in Dio che non si non si dimentica e non si rassegna alla situazione di povertà, di fatica e di dispersione

in cui si trovano, in modi diversi, gli uomini e per questo sempre si fa vicino con premura (cura attenta e sollecita e l’atto affettuoso con cui questa cura si manifesta)  e compassione…

Non credo molto in improbabili interventi risolutivi dall’alto,

ma capisco che c’e qualcosa di miracoloso e sacro in tutte quelle persone che ho incontrato nella mia vita che sono proprio state capaci di parlarmi di  questo con la loro vita, con Fede robusta venuta  nei momenti più difficili…

Capaci di energie così potenti che ti fanno “trattenere il respiro…”

Da grande forza e sguardi in avanti pensare che Dio non si rassegna mai alla piega che prende la storia di tutti e di ciascuno,

non si scoraggia davanti alla sua gente che sembra non aver capito nulla, che sembra muovere la sua vita dalla parte opposta delle cose importanti che lui ha messo nel nostro cuore;da quella promessa che ha bisogno del si della nostra vita per essere realizzata.

Dio non molla neppure di fronte al nostro rifiuto e per questo riprende sempre il discorso e rilancia la posta con chi ha conosciuto l’amara esperienza della fragilità e della caduta. L’ultima parola sulla storia di ciascuno di noi come di quella di tutta l’umanità non spetta mai all’infedeltà o alla morte perchè la porta del cuore di Dio, rimane sempre aperta e le sue braccia spalancate…

“Dio infatti ha tanto amato… chiunque crede in lui non va.. perduto, ma ha la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio  condannare ma perché il mondo sia salvato…”

Certo l’esperienza del limite e della contraddizione ci ingaggia sempre in un grande “combattimento interiore” per scegliere chi essere, ed è proprio quando ci sembra di essere troppo piccoli per potercela fare allora possiamo toccare con mano fino a che punto io stia a cuore a Dio…

Tutta la storia di salvezza ci parla di questo… Attraverso la voce dei profeti, il Signore aveva fatto di tutto per impedire che Gerusalemme venisse distrutta.

Aveva visto gli uomini chiudere gli occhi davanti alla luce e neanche allora aveva ritirato da loro la sua fedeltà: Se noi manchiamo di fede – ci ricorda S. Paolo – egli però rimane fedele perché non può rinnegare se stesso… potentissimo!

E così, proprio nel silenzio della distruzione avvenuta, quando sembrava impossibile una possibilità di ripresa, per il popolo risuona ancora una parola di speranza…

Il tempo delle mancanze e della disobbedienza è già il tempo che apre ad una novità e a un cambiamento. Anche dove l’uomo vive momenti che non aggiungono vita ma la tolgono, Dio è capace tessere occasioni nuove perché egli scelga esperienze di vita… E ancora più sorprendente che queste occasioni siano tessute da Dio persino attraverso chi non lo ha mai conosciuto…Il re Ciro, un  pagano… Eppure…

Penso alle tante voci profetiche, magari che noi consideriamo lontane che noi giudichiamo, che non ascoltiamo perché fuori dai nostri schemi e senza in nostri titoli ufficiali di appartenenza, che ancora appaiono nella nostra vita per invitarci a riprendere coraggio, a ritrovare la bellezza di appartenere al Signore…

Ammetto che se mi guardo in giro e anzitutto mi faccio un bell’esame di coscienza e non mi sento molto positivo nei miei sguardi avanti; Poi però mi incontro anche oggi con questa Parola e mi chiedo se nel crollo di tante nostre sicurezze fosse ci può stare la possibilità di una nuova svolta per la storia, di un nuovo e maggiore impegno per una storia migliore… Sarebbe triste che ci succeda quello che tante volte è accaduto nella storia, di subire gli eventi, invece di riconoscerli e attraversarli, provare a cambiarli in meglio…

 Ecco il Vangelo…

“Come è possibile?” si chiedeva stupito e incredulo il maestro Nicodemo, “Come è possibile?” continuiamo a chiederci noi.

 A Nicodemo e a noi Gesù non nasconde che dentro alla storia dell’uomo passa anche il buio, il dolore, il male…

 Non nasconde che la nostra storia è “questione di vita o di morte” e quindi “bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato…”

Gesù stesso attraversa il momento del male e dello smarrimento ed è proprio il suo modo di viverlo che cambia l’orientamento della storia degli uomini:

Dall’odio all’amore, dalle tenebre alla luce, dalla condanna alla salvezza, dalla menzogna alla verità.

 È il paradosso della fede cristiana… “a salvarci è ciò da cui immediatamente è venuta a noi la rovina”.

 Davanti alla croce, Nicodemo prima, ognuno di noi poi, è invitato a rileggere tutti quei momenti di piccola o grande morte che ci portano via tempo, energia, sguardi in avanti…

E se il male della croce, delle nostre piccole o grandi croci, possono portarsi dentro il respiro della promessa allora cambia tutto…

Guardate che questo davvero fa la differenza…Bisogna avere il coraggio di non abbassare gli occhi…la croce fa parte volenti e nolenti, e anche se si fa tanta fatica, va guardata provando a lasciar andare la paura, stringendo la mano di qualcuno perché si possa assieme vincere la paura… Lo dico sentendomi davvero piccolo… l’amore più grande si mostra solo attraverso il dono più grande…

L’estermità più alta e potente dell’amore si manifesta quando l’amore è capace di essere estremo, di arrivare al limite estremo…

“Così Dio ha amato il mondo!” … Fino a questo punto!

Dio decide che non ci sia limite all’amore perché l’uomo capisca che può esserci amore illimitato…

Dio non pone un confine al grande bene perché l’uomo capisca che può esserci anche per lui e grazie a lui amore infinito…

… non so, ma davvero questo Dio che passa sulla croce e che ci prende per mano per attraversare insieme le nostre croci,

mi insegna cosa significa essere capaci di “amare perdutamente”, di “innamorarsi perdutamente…” amare senza paura di perdersi in quell’amore, per quell’amore…

 Sono sguardi di speranza capaci di navigare sicuri anche quando ci sembra  la storia prende la china dell’assurdo…

Lasciamoci prendere per mano… lasciamo fare a Dio… non ci perderemo mai.

 

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