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L'intervista

Daniele Fiamma, 22 anni: da vittima dei bulli ad imitatore a Radio Deejay

Daniele Pennacchio, in arte Daniele Fiamma, è l’imitatore ufficiale di Radio Deejay per quanto riguarda la voce del noto rapper, e ha deciso di raccontarsi a noi di BGY

Da vittima del bullismo per via dei capelli rossi, fonte di pregiudizio, fino ad arrivare ad essere l’imitatore ufficiale di Fedez all’interno del programma “Ciao Belli” di Radio Deejay: è la storia di Daniele Pennacchio, in arte Daniele Fiamma, 22enne nato a Bergamo che sogna di trasferirsi a Milano o a Roma per diventare un attore e girare un film tutto suo. Daniele, che ha realizzato dei cortometraggi comici alcuni dei quali divenuti virali sul web, si è raccontato a noi di BGY…

Hai voglia di raccontarci qualcosa riguardo la tua storia?

«Sin da quando ero piccolo ho vissuto in prima persona il problema del bullismo: avendo i capelli rossi, sono spesso stato preso di mira da insulti, offese e a volte anche da percosse. Ero un bambino timido, che faticava a parlare e anche solo ad esternare i propri pensieri. Sono riuscito ad imprimere una svolta alla mia vita solo quando ho trovato qualcosa per cui volevo lottare, ossia la passione per la recitazione. Ed è proprio questo il messaggio che voglio lanciare ai giovani: trovare l’obiettivo per cui lottare nella vita. Siamo noi contro il mondo, e nessuno crederà in me se non sarò prima io a credere in me stesso. Nella vita nulla è impossibile, bisogna solo metterci passione, umiltà, costanza e sacrificio».

Nome d’arte: Daniele Fiamma. Qual è la storia che dietro a questo nome curioso?

«L’origine di questo nome risale a 4/5 anni fa, quando giocavo a calcio a Stezzano. Sono sempre stato innamorato dei miei capelli rossi, e me li sistemavo col gel prima di ogni partita, alzandoli e facendomi la cresta. I miei compagni hanno associato la mia capigliatura ad una fiamma, ed in effetti ci assomigliava; da lì è nato questo nome, e me ne sono affezionato così tanto da renderlo il mio nome d’arte sia sui social sia quando sono in radio».

Prima di avere a che fare col mondo della radio, hai avuto qualche altra esperienza?

«Sì, ho lavorato nel sociale ed è un mondo a cui sono molto legato: uno dei miei obiettivi è infatti quello di realizzare alcuni video con ragazzi portatori di handicap. Sono sicuro che loro hanno molto da insegnarci riguardo al reale valore della vita».

A Radio Deejay imiti la voce di Fedez, che una volta si è mostrato divertito ascoltandoti alla radio. Cosa hai provato quando l’hai scoperto?

«Un mesetto fa è uscito un articolo sul Corriere della Sera dove è emerso che sono stato il primo ragazzo in Italia ad imitare alla radio la voce di Fedez. Prima che uscisse l’articolo, però, un paio di amici mi avevano menzionato in alcuni commenti su Instagram dove mi dicevano che Fedez aveva visto la mia imitazione su Radio Deejay. A quel punto sono andato a vedere le stories di Fedez ed in effetti era molto divertito mentre, assieme a Chiara Ferragni, era in macchina e ascoltava “Ciao Belli” dove io lo stavo imitando. È stata davvero una grande soddisfazione perché è sempre bello ricevere complimenti da persone che sono riuscite ad arrivare così in alto, ma soprattutto perché Fedez è stato uno di quei personaggi che ho impiegato molto a imitare».

Qual è una delle voci che reputi più difficili e quale una delle più facili?

«Uno dei personaggi più difficili del mio repertorio è Raffaello Tonon: lo seguo da una vita ed essendo io un amante delle voci rauche, la sua mi ha colpito subito. Prima però di riuscire ad imitarla, l’ho dovuto studiare molto. Una delle più facili è stata invece quella di Paolo Ruffini: è una delle voci che tuttora trovo più semplici ed è stata anche una delle prime che ho imitato. L’imitazione varia in base al legame che senti con chi imiti: più entri nel personaggio e più l’imitazione verrà meglio. Ci sono voci che senti più tue e altre che hai bisogno di molto tempo per riuscire ad imitarle, e magari non ci riuscirai nemmeno. Una delle voci che non sono mai riuscito a fare è quella di Gerry Scotti».

Com’è nata questa tua passione?

«Sin da piccolo, quando andavo alle elementari, amavo imitare le voci dei cartoni animati. Tutto è però iniziato quando avevo 14/15 anni: sono un tifoso dell’Inter e mentre ero a Milano Marittima incontrai sulla spiaggia l’ex presidente Massimo Moratti, e gli chiesi di farci una foto assieme. Da lì iniziai ad imitare la sua voce: era una cosa molto giocosa, nulla di più. Poi mi ci sono appassionato e ho iniziato a imitare altre voci, non solo del mondo del calcio, fino ad arrivare a 30/40 personaggi. Dopo aver messo dei video su Facebook è arrivata qualche chiamata: sono quindi partite delle collaborazioni con piccole radio locali, e da lì pian piano sono nati altri progetti».

Nel 2015 è poi arrivato il tuo debutto in televisione, giusto?

«Esattamente. All’età di 18 anni c’è stato il mio esordio in televisione su Rai 2, all’interno del programma “Quelli che il Calcio” condotto da Nicola Savino: debuttai imitando proprio la voce di quel Massimo Moratti che qualche anno prima aveva dato il via a tutto. Fu un’esperienza che ricorderò a vita poiché sono quegli eventi che ti rimangono impressi, soprattutto se li vivi 18 anni».

E ad un certo punto arriva Radio Deejay…

«Dopo l’esperienza di “Quello che il Calcio” ho avuto una breve collaborazione con loro, ma ho iniziato a lavorarci seriamente solo un annetto e mezzo fa, imitando alcune voci all’interno del programma “Ciao Belli”. Per me è stato un sogno, perché è un programma radiofonico che seguo da quando sono piccolo e da cui sono passate molte figure importanti. Arrivare a Radio Deejay è stata la ciliegina sulla torta di questa mia avventura artistica appena iniziata».

L’obiettivo è quello di continuare a fare le imitazione o hai qualche altro sogno nel cassetto?

«Le imitazione sono state il mio trampolino di lancio per poter riscuotere successo e ottenere visibilità a livello radiofonico, ma il mio sogno più grande è quello di entrare nel mondo del cinema facendo l’attore. Per questo motivo, da quattro mesi a questa parte, ho iniziato a studiare recitazione all’Academia Artisti di Milano».

Qual è il tuo idolo, il modello che cerchi di emulare?

«Senza alcun dubbio è Fiorello. Quando sono a casa e non so cosa fare, accendo la televisione oppure lo smartphone e guardo i suoi spettacoli. È uno degli artisti più versatili ed è capace di spaziare dell’imitazione al canto, facendoti piangere o facendoti ridere. Da lui sto cercando di imparare ad unire le varie sfaccettature del mio personaggio per poter arrivare, un domani, a poter fare una tournée nei teatri dover racconto la mia storia».

Quali sono i punti di riferimento di questa tua breve carriera artistica?

«Nella prima domanda ho detto che “siamo noi contro il mondo”: è vero, ma è anche importante avere accanto le persone giuste, capaci di darti dei consigli, di spronarti, di starti accanto nei momenti di difficoltà. Per questo motivo devo ringraziare due persone: Marco Carrara, fondatore della MBF Agency (nota agenzia di moda, ndr) nonché mio attuale manager, e Claudio Uccello, il mio collaboratore per quanto riguarda il programma radiofonico “Social Deejay” su Radio Cantù. Sono due persone che ormai sono diventate fondamentali all’interno della mia vita, sia artistica che umana».

A chi dedicheresti il tuo successo più grande?

«Lo dedicherei a mia nonna Anna. È come se fosse la mia prima madre: è stata lei a crescermi, è stata lei ad aiutarmi ed è lei senza dubbio lei la mia più grande fan. Oltre a lei, la dedicherei anche a mio cugino Andrea: ha 12 anni, ma mi segue qualsiasi cosa io decida di fare».

Hai già in mente qualche progetto per il futuro più prossimo?

A breve porterà dei nuovi format. Vorrei riuscire a girare alcuni cortometraggi, sia comici che drammatici, scritti interamente da me per poter poi, fra qualche anno, realizzare un film tutto mio. Inoltre, partendo da “Sconosciuti da una vita” – la trama della storia d’amore fra Fedez e Chiara Ferragni – sto girando dei video dal titolo “Raviolini da una vita”: assieme a Loredana Zucchelli, che ha una grandissima somiglianza con Chiara Ferragni, vogliamo ironizzare riguardo i problemi quotidiani che anche i futuri genitori di Leone hanno nella loro vita di coppia».

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