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La rivoluzione

Poste Italiane, salvi gli uffici nei piccoli Comuni e pacchi anche la domenica

Una svolta importante: in Bergamasca ben 148 uffici su 244 sono situati in centri con meno di 5 mila abitanti

Consegne pomeridiane e nel week end, investimenti sul digitale, oltre 10 mila assunzioni in programma nel prossimo quinquennio e un utile di 1,2 miliardi di euro previsto da qui al 2022, con un tasso di crescita medio annuo del 13 per cento. Sono i punti salienti del piano strategico “Deliver 2022” lanciato da Poste Italiane: “Un piano che ci consentirà di valorizzare appieno le caratteristiche uniche della nostra rete e di confermare la nostra posizione di società di distribuzione più sicura ed affidabile d’Italia”, ha affermato l’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante, che ha anche confermato come nessun ufficio postale chuderà nei piccoli Comuni italiani.

“Una buona notizia che conferma quanto anticipato a novembre dell’anno scorso in audizione alla Camera – dichiara Antonio Misiani, deputato PD e candidato al Senato -. Per la Bergamasca è una svolta importantissima, se pensiamo che nella nostra provincia ben 148 uffici su 244 sono situati in comuni con meno di 5 mila abitanti. Gli uffici postali sono presìdi molto importanti per le piccole comunità locali – prosegue Misiani -. Tenerli aperti vuol dire tenere legata la comunità e tenerla collegata al resto del Paese, segnare la presenza dello Stato in realtà spesso periferiche e lontane dai centri urbani”.

Il merito di questa svolta è anche della nuova legge Realacci sui piccoli comuni, approvata definitivamente a settembre dell’anno scorso. “Una legge che sta cambiando lo scenario per quanto riguarda la programmazione dei servizi pubblici nei centri minori – chiosa Misiani -. Ora bisogna affermare la specificità dei piccoli comuni anche in riferimento ad altri servizi pubblici essenziali: scuole, sanità ma anche banda larga e infrastrutture stradali”.

“Gli sforzi di questi mesi non sono stati vani – gli fa eco Lara Magoni, Consigliere regionale e Vice-Presidente della IV commissione ‘Attività produttive e occupazione’ di Regione Lombardia -. I servizi postali, così come quelli sanitari e di trasporto, aiutano a vivere meglio tante comunità che hanno vissuto per alcuni servizi una situazione di totale marginalità. In questi ultimi mesi avevo seguito la questione in commissione consiliare – continua la Magoni – in quanto tante erano state le preoccupazioni e i disservizi vissuti dalle comunità locali. I servizi postali sono essenziali nella quotidianità della nostra gente e sarebbe stata una scelta folle. Un grazie ai Sindaci, UNCEM e ANCI che non hanno mai lasciato soli i cittadini in momenti di forte preoccupazione – conclude la Magoni -. Ora la battaglia riguarderà quei comuni dove alcuni servizi sono già stati ridimensionati con notevoli disagi. Poste italiane deve continuare a svolgere quel ruolo prezioso di vicinanza e di collegamento per le nostre piccole comunità così come lo ha sempre svolto nella storia del nostro Paese”.

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