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Appunti & virgole

Atalanta ko a testa alta, ora tutti per uno per riconquistare l’Europa

La squadra di Gasp all'altezza delle grandi. Ma bisogna ritrovare il gol, il miglior Papu e anche un po' di fortuna

Non esiste la vittoria ai punti, come nel pugilato. Purtroppo. Perché, se fosse così, l’Atalanta a questo punto starebbe ancora festeggiando in Europa e… e anche in Italia, l’esito della doppia sfida con la Juve forse poteva essere diverso.

Con i se, però, non si va avanti. Contano i gol e quelli non ammettono discussioni: il Borussia ne ha fatto uno in più, la Juve ha segnato su rigore mentre l’Atalanta il rigore che ha avuto, all’andata, l’ha sbagliato.

Intendiamoci. Questi sono gli episodi, che puniscono un’Atalanta comunque capace di giocare alla pari con i numero due tedeschi e i numero due (in questo momento) italiani. Un’Atalanta che avrebbe meritato miglior fortuna: in Europa e ancora di più in Coppa Italia, per quel palo beffardo colpito dal Papu. Però pesano anche gli errori e, a questi livelli, si sa che non si può proprio sbagliare altrimenti paghi e porti a casa. Con grande dispiacere.

Detto questo, bisognerebbe anche dire che la Juve non avrebbe bisogno di regali per andare avanti, cioè di un rigore molto generoso che ha chiuso la partita a Torino. E poi, alla faccia dei vari cartellini gialli sventolati ai bianconeri, non piace (una volta di più) l’atteggiamento dei campioni d’Italia verso l’arbitro, hanno sempre la lingua e la protesta troppo facile, troppo tollerata. Per non dire di certi falli, da Chiellini sempre sull’orlo dell’espulsione a Mandzukic, che Caldara ricorderà bene. Dettagli, se volete. Forse anche questo fa parte della forza di una squadra, del peso di una Juve che anche se non gioca bene alla fine vince e a loro interessa questo, quello che resterà sull’albo d’oro.

Noi restiamo in casa nerazzurra: si poteva fare di più? Manca il gol, certo, ma è anche vero che la Juve non ne prende mai, ne ha fatti due il Tottenham e infatti sarà dura al ritorno per i bianconeri. Però l’Atalanta ha anche poco da rimproverarsi, dopo un primo tempo giocato meglio e un secondo “guastato” dal rigore, per non dire del palo (poi pareggiato dalla traversa di Douglas Costa) clamoroso del Papu. Il capitano, appunto: capocannoniere l’anno scorso e ora a caccia di quel gol che servirebbe, servirà come il pane. E arriverà, speriamo domenica con la Sampdoria.

L’Atalanta è questa, non ha Mandzukic o in panchina Dybala e tanti altri pezzi da novanta. Si segna meno, è vero, però ricordiamoci che l’anno scorso l’Atalanta non era in semifinale di Coppa Italia e nemmeno a sfidare il Borussia Dortmund in Europa League. E proprio adesso che è costretta ad uscire da queste due competizioni sale la convinzione che si può e si deve ripartire da qui, dagli applausi dei tedeschi e dei bianconeri, perché Gasperini e lo staff nerazzurro hanno costruito una bellissima realtà. Che prima era soltanto un sogno. Ma adesso che ce lo siamo goduto, proviamo a riviverlo e riconquistarlo, anche se la concorrenza è tanta e molto agguerrita.

Insomma, mettiamoci il cuore in pace: come ci diceva un ex atalantino-bianconero, Daniele Fortunato, la sfida più giocabile con la Juve era quella di campionato (poi rinviata per neve) perché almeno partiva dallo 0-0. Per andare avanti ci voleva anche un po’ di quella componente, Fortuna, del cognome di Daniele. E allora prima di ritrovarci tra i piedi la Juve (14 marzo) pensiamo a ottimizzare con Sampdoria e Bologna, prossimi avversari: contro di loro, non solo Gomez potrà fare la differenza.

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