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La curiosità

Il Comune leghista sponsor del festival per l’integrazione: “Costruire ponti, non muri”

È il caso di Sarnico e della rassegna “C’è Un Tempo per... l'Integrazione”, che si svolge a maggio tra Bergamo e il lago d'Iseo. Sono aperte le iscrizioni

Un’amministrazione leghista partner e sponsor di un festival vicino al tema dei migranti. È il caso (senz’altro curioso) di Sarnico e del festival “C’è Un Tempo per… l’Integrazione”, che quest’anno si svolgerà dal 10 al 13 maggio tra Bergamo e il paese che si affaccia sul lago d’Iseo.

Giunto alla sua dodicesima edizione, il festival è un appuntamento culturale ormai consolidato: un momento di incontro per la presentazione e promozione di film e video di ogni nazionalità e genere. Il tema principale è quello dell’integrazione: tra persone, famiglie, popolazioni di diversa appartenenza culturale e provenienza nazionale.

Nato nel 2007 come prosecuzione di una rassegna precedente che aveva mosso i primi passi nel 2002 tra i 12 comuni dell’ambito del Basso Sebino, da quest’anno l’evento, tradizionalmente vocato ai cortometraggi di finzione, si apre anche ai documentari internazionali con l’introduzione di premi volti a fare emergere produzioni audiovisive, anche piccole, in tema di integrazione e multiculturalità.

La giuria, composta da amministratori locali, esperti dell’audiovisivo, operatori e studiosi del fenomeno dell’immigrazione, assegna il 1° premio di 1000 euro al miglior film/video, mentre la giuria composta da “Agenti allo Sviluppo Interculturale” del Basso Sebino ne assegna uno speciale pari a 500 euro intitolato alla memoria del collega Saad Zaghloul, un ragazzo di origine marocchina prematuramente scomparso.

Tra i vari partner e sponsor dell’evento figurano anche Cooperativa Ruah e Comune di Sarnico. Dal maggio 2014, il paese del basso Sebino è guidato dal sindaco del Carroccio Giorgio Bertazzoli (nella foto in alto a sinistra, ndr): “Le nostre leggi e tradizioni vanno difese ma l’integrazione tra i popoli è un concetto che va sostenuto“, osserva Bertazzoli, interpellato sull’argomento.

Da anni il Comune che amministra viene scelto come sede del festival, ma il primo cittadino non sembra affatto considerarlo un atto dovuto. Al contrario: “Dobbiamo costruire ponti, non muri – le parole del sindaco leghista -. Aldilà dei tanti luoghi comuni la Lega non è un partito razzista, basti pensare che a Bergamo abbiamo candidato al senato Tony Iwobi”, italo-nigeriano e dal 2014 responsabile federale del Dipartimento Immigrazione del Carroccio. “Certo – ci tiene a precisare lo stesso Bertazzoli – siamo contrari all’immigrazione clandestina, quella sregolata e alla quale va messo un freno”.

Le iscrizioni per il festival sono già aperte: “Ad oggi abbiamo ricevuto circa 300 proposte da registi e giovani filmaker – racconta Giancarlo Domenghini , coordinatore del comitato organizzatore e dipendente della Cooperativa Ruah -. Viene premiato chi riesce ad utilizzare il suo estro artistico e il linguaggio cinematografico per comunicare la sua idea di integrazione tra persone e popoli di diversa appartenenza culturale”.

Ma esiste davvero un tempo per l’integrazione come suggerisce il nome del festival?: “Arriverà – chiosa Domenghini -. Bisogna favorirne l’arrivo e saperlo riconoscere. Al cinema noi chiediamo di anticiparne la rappresentazione”.

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