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Sanremo, le nostre pagelle della seconda serata: bene Nina Zilli

Nonostante la sospensione di Ermal Meta e Fabrizio Moro, le nostre pagelle non si fermano e anzi, raddoppiano, trattando anche la gara delle “Nuove proposte”.

Nemmeno il tempo di concludere la prima serata del Festival di Sanremo che sulla Riviera dei Fiori giunge un tornado che mescola le carte in tavola e mette da parte per una sera i favoriti Ermal Meta e Fabrizio Moro. Nonostante ciò le nostre pagelle non si fermano e anzi, raddoppiano, trattando anche la gara delle “Nuove proposte”.

Come di consueto prima della pagella ecco a voi la fotonotizia della serata: protagonista di questa puntata il conduttore Claudio Baglioni che, in apertura di trasmissione, ha duettato con Michelle Hunziker in un improbabile brano tratto dal film animato “Biancaneve e i sette nani” con una tonalità di voce alquanto particolare. Una novità per il cantante romano che, dopo esser praticamente scomparso nella prima puntata, colonizza la seconda con esibizioni a destra e a manca.

Pagelle BIG

Le Vibrazioni 3,5 = C’è chi con il tempo migliora, chi come il vino buona diventata ancor più buono e chi, come Francesco Sarcina, non c’è nulla da fare, peggiora. Stasera, oltre ai soliti problemi, il rocker parte steccando e continua mettendoci del proprio per continuare a steccare. Grosso dispiacere per la sua band che ce la mettono tutta, ma che vengono penalizzati dal proprio frontman. ACETO

Nina Zilli 7,5 = Non occorrono ghirigori particolari per creare una canzone di successo, che sappia arrivare al cuore e che al tempo stesso sappia adattarsi ad un’orchestra sinfonica: basta un poco di semplicità e credere in ciò che si canta. Nina pare averlo capito e ciò gli permette di volare verso i piani alti della classifica. ANGELO

Diodato e Roy Paci 7 = Per loro era un dentro o fuori dopo la zona rossa della prima sera e, risolti i problemi tecnici, si esprimono al meglio portando brillantezza e vivacità, oltre che una certa profondità. Prosegue il mistero Roy Paci che, secondo i più attenti, pare suonare la tromba in playback. ILLUSIONISTI

Elio e Le Storie Tese 7 = Si sospettava che ci ripensassero e con la seconda serata gli “Eli” ritornano alla tradizione, ponendo enfasi e divertimento. Sicuramente il testo non è quello delle migliori annate, ma con l’arrivederci in stile parata russa non si smentiscono mai, o meglio tradiscono semplicemente la loro “Canzone Mononota” del 2013. ARMATA ROSSA

Ornella Vanoni e Bungaro – Pacifico 5 = Canzone toccante e testo di una profondità di livello inestinguibile, peccato che questa sera Ornella non sia al meglio e la voce fa un po’ quello che vuole, perdendo per alcuni istanti il ritmo. Sul finale le corde vocali si fanno strette e si sente soltanto un sibilo, mentre la tinta si sbiadisce fra i riccioli che si rizzano a mo’ di mare in tempesta. BRIVIDONI

Red Canzian 4,5 = La canzone è sì rock, ma qui si finisce in urla, tant’è che da Red Canzian si giunge in linea diretta a Roby Facchinetti, a riposo dopo le fatiche della prima serata. I Pooh si saranno anche sciolti, ma lui pare non averlo accettato. Non bastasse Red Canzian decide di emulare Francesco & Giada con il loro adolescenziale e demenziale “Turuturu” e così abbiamo completato la rimpatriata. REINCARNATO

Ron 6 = A differenza della prima apparizione, sveste in parte le vesti di Lucio Dalla e preferisce tornare il Rosalino Cellamare di tutti i giorni che, per quanto bravo che sia, non riesce da solo a raggiungere i livelli del cantautore bolognese scomparso nel 2013. CAPATOSTA

Renzo Rubino 4 = Ascoltandola bene, in qualche nota ricorda “Ragazzi di oggi” di Louis Michel, il tutto mischiato da una parte una melodia anni ’60, dall’altra un film animato Disney come “Cenerentola”. Secondo queste notazioni la giuria ha scelto la persona migliore per sostituire i sospesi Ermal Meta e Fabrizio Moro, ma a differenza loro qui pesa anche l’aggravante di una voce inadatta. Sarà anche ad un giro di boa nella sua carriera, ma qui sembra di tro arci di fronte ad una crisi di mezza età. È PLAGIO ? FORSE NO

Annalisa 6 = Con Ermal Meta e Fabrizio Moro in bilico, la capacità di adattarsi alla “sanremità” di Annalisa le permette di potersi contendere un posto fra i favoriti per la vittoria finale. Nonostante ciò la sua canzone è un su e giù “lungo discese” come canta il suo brano, con l’aggiunta di qualche motivo in stile Scarrone. VERTIGINI

Decibel 4 = Se l’Aldilà è una grande prateria nordamericana in cui i cowboy vagano senza meta, siamo messi male. Siccome Enrico Ruggeri pare esser stato chiamato dal compianto David Bowie, il quale gli avrebbe dettato la canzone, dobbiamo preoccuparci seriamente. Dopo le difficoltà della prima serata Ruggeri prova a dare un senso alla partecipazione del suo gruppo alzando la voce, ma si sa che fare i presuntuosi non porta da nessuna parte. DON QUICHOTTE DELLA MANCIA

Pagelle Nuove Proposte

Lorenzo Baglioni 5 = In molti l’hanno inserita fra una le canzoni più simpatiche del Festival, ma ascoltando con attenzione, il brano del presunto parente (o meno) del conduttore Claudio pare semplicemente la classica filastrocca inserita nei prodotti educativi per bambini . Potrebbe esser un’ottima trovata del ministero per insegnare il congiuntivo giunto sulla via del tramonto, per Sanremo un po’ fuori luogo. GRAMMATICA “DE AGOSTINI”

Giulia Casieri 5 – = Per creare un testo di questo genere non si è dovuti certamente scomodare gli accademici della Crusca (a differenza di Lorenzo Baglioni), tant’è che il brano è una proposizione interrogativa indiretta riproposta in più salse. La melodia viene ripetuta più volte e tutto ciò allontana l’ascoltatore dalla canzone. COME STAI? MALE!

Mirkoeilcane 6,5 = La canzone del giovane autore è per palati fini, quindi forse a causa di questo motivo non è molto apprezzata dal grande pubblico, tuttavia la storia drammatica non può lasciare indifferenti. A differenza della fase delle selezioni Mirko è un po’ sottotono, ma forse è l’emozione che lo colpisce e proprio per questo avrà modo di rifarsi. CANTASTORIE

Alice Caioli 7 = Fra i giovani finora è la migliore, anche grazie alle doti canore che le permettono di passare dal canto graffiato alla Noemi ai limpidi acuti del ritornello. Il testo è un po’complesso, ma l’orecchio sa accontentarsi. SENZA CONFINE

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