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La riflessione

Italia, zona di guerra per i sogni dei ragazzi

Il suo sogno fa parte di quella montagna di sogni di Bambini e Ragazzi che sono diventati dei sogni abbandonati, scartati non perché poco importanti o brutti, ma solo perché poco realizzabili, qua, in Italia

Esistono i Bambini ed esistono i Sogni. Sì, entrambe le parole con la maiuscola perché degne di rispetto in un mondo in cui il rispetto a volte resta una parola e basta. Esistono anche le storie, le
fantasie e quelle domande che tutti i genitori fanno prima o poi hai propri figli, “Cosa farai da grande?”.

Per quel bambino inizia una avventura, un percorso ricco di fantasia che in realtà non finirà mai, un viaggio immenso fra sogno e realtà. Ma alla fine, i sogni diventano realtà? I sogni di quel bambino che ha iniziato un viaggio immenso, troveranno mai la destinazione per la concretizzazione? Il bambino non sa, forse, che intorno a lui esiste un mondo immenso basato sulla società, da regole e vincoli dove non tutto è permesso, dove non tutto è facile, perché bisogna cadere per imparare, per rialzarsi e lottare ancora. Succede a volte che con la società di oggi esistono dei sogni accantonati, reclusi in un mondo buio della nostra mente dove non tutto è possibile, dove la legge che vincola il desiderio è quella di una società accompagnata dal lavoro.

Oggi l’Italia è diventata una zona di guerra per i sogni, perché il lavoro non c’è sempre, non per tutti, perché a volte se non hai un nome non hai nemmeno una possibilità. Esisteva una ragazza che voleva studiare psicologia, perché lo studio della mente la meravigliava, la stupiva, con tutte le teorie dei diversi psicologi, osservando come la mente e la psiche potessero influenzare la vita di una persona, il loro modo di essere. Un giorno questa ragazza si informa, vorrebbe tanto diventare una psicologa ed è pronta a studiare per questo, ma poi scopre che non c’è molto lavoro, che il salario sarebbe basso perché nel mondo dell’Italia di oggi ci sono molti più psicologi di quanto fosse davvero necessario.

Il suo sogno fa parte di quella montagna di sogni di Bambini e Ragazzi che sono diventati dei sogni abbandonati, scartati non perché poco importanti o brutti, ma solo perché poco realizzabili, qua, in Italia. Finito un sogno però, se ne realizza un altro, magari anche più del primo. Non si molla mai. E quanti sono i ragazzi che oggi, pur di realizzare un proprio desiderio sono pronti per andare a cercare nuove opportunità all’estero? Un altro bambino quando il nonno gli chiese cosa volesse fare da grande rispose semplicemente “Il benzinaio”. Oggi studia Ingegneria ma non ha scartato l’idea di diventare benzinaio, solo che crescendo ha capito che nella vita non arrivi a fine mese con una manciata di sorrisi e una pompa di carburante, i soldi fanno la differenza, sempre. Esisteva anche una bambina che da piccola voleva diventare un’infermiera, stare vicina alle persone bisognose per aiutarle, rincuorarle che sarebbe andato tutto bene, sarebbe guarite, sopravvissute alla lotta contro la malattia. Quella bambina poi, con gli anni, è cresciuta eppure il suo sogno non l’ha mai cacciato via.

Ha provato il test d’ingresso per Infermieristica ma non è riuscita ad entrare. Nella vita si cade, vorresti gettare tutto via ma ti ricordi che non puoi, perché se hai un sogno lo devi proteggere, lotti per lui, piangi per lui, riderai di soddisfazione per lui. Fra un anno riproverà di nuovo il test, il suo sogno non lo abbandona, lo tiene forte accanto al petto e va avanti, passo dopo passo in attesa di realizzare il suo desiderio nato da Bambina. E poi alcuni Bambini ce la fanno a realizzare i propri sogni, forse i più coraggiosi e resistenti, forse quelli che non si accontentano, perché chi si accontenta non gode mai, perché per i propri sogni bisogna lottare, combattere ogni giorno. È immediato quindi il pensiero di mio padre, che fin da ragazzino aveva il sogno di diventare un elettricista, il migliore della zona. Ha imparato il mestiere, ha iniziato a lavorare fin da subito, senza troppi aiuti ma con molto sudore perché nel lavoro nessuno regala nulla, le cose te le devi guadagnare, come il rispetto.

Mio padre, con le sue spalle grosse, il rispetto se lo è guadagnato, lavorando giorno dopo giorno, costruendosi una famiglia che l’ha sempre sostenuto e di certo le difficoltà non sono mai mancate. La vita è questa, tu insegui un sogno e non sempre c’è la fai, cadi, crolli, vorresti mollare tutto ma alla fine non riesci a mollare nulla. Lotti perché non ti resta nient’altro da fare, lotti perché anche tu con le tue debolezze sai di essere forte. Alla fine ti rialzi, ferito, barcollante e incerto, ma ti rialzi. Ora mio padre è il migliore nel suo settore. Ha vinto lui. Ha vinto il suo sogno.

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