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Salute

Nuove tendenze nella chirurgia dell’anca

Già da diversi anni questo intervento ha giovato delle innovazioni che la tecnologia costruttiva in campo protesico ed il miglioramento delle tecniche chirurgiche hanno apportato in questa chirurgia. Il più rilevante negli ultimi tempi risulta essere l’accesso mininvasivo all’anca.

La patologia d’anca si può manifestare con piccole avvisaglie, quali un fastidioso dolore all’inguine, alla regione glutea o alla coscia quando semplicemente si sale o scende dalla macchina. Oppure quando si sente la necessità di fermarsi un momento, prima di mettersi in cammino dopo essere stati fermi seduti o sdraiati a lungo. In altri casi si manifesta la difficoltà progressiva nel vestirsi con la necessità di accorgimenti per mettersi calze e scarpe. Può diventare dolorosamente difficile sedersi su sedute basse, come accade anche nel bagno di casa, salire in bicicletta. Oppure si rende necessario ridurre la propria autonomia fuori casa, nonostante l’aiuto di un braccio amico o di un appoggio. Persino la comparsa di una vaga lombalgia potrebbe essere un’avvisaglia che qualcosa all’anca non va bene.

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In questi casi stiamo parlando di soggetti che potrebbero necessitare di un intervento di artroprotesi d’anca, dopo essersi sottoposti ai dovuti accertamenti e consulenza specialistica ortopedica.
Già da diversi anni questo intervento ha giovato delle innovazioni che la tecnologia costruttiva in campo protesico ed il miglioramento delle tecniche chirurgiche hanno apportato in questa chirurgia. Il più rilevante negli ultimi tempi risulta essere l’accesso mininvasivo all’anca. Il dottor Carlo Maria Sinicato che opera nella Clinica I Cedri di Fara Novarese, acquisita da Habilita alla fine del 2016, è specializzato in questa tipologia di interventi.

Questa metodica eseguita per via anteriore, permette di accedere all’articolazione stessa senza ledere alcun muscolo o tendine. Questo accesso chirurgico venne descritto da Hueter nel 1881, ma verrà successivamente perfezionato da altri chirurghi come l’americano Smith – Petersen che la rese maggiormente nota nel 1917, diventando poi la via chirurgica tuttora in uso prendendo il suo nome. Dopo alterne vicende, questa via d’accesso riprese vigore tra i chirurghi ortopedici, fino ai giorni nostri.

Oggi viene utilizzata in più di 80 reference center nel mondo e cresce di pari passo il numero di pazienti trattati: siamo ormai a più di 95mila, ed il numero di chirurghi utilizzatori di questa specifica via è in crescita. Tecnicamente questa metodica definita Amis (Anterior Minimal Invasive Surgery) si avvale di un passaggio anatomico tra il muscolo Tensore della fascia lata ed il muscolo Sartorio, permettendo, attraverso un’incisione di ridotte dimensioni rispetto ad altre vie chirurgiche, di raggiungere l’articolazione dell’anca e di poter impiantare una protesi che risulta da subito estremamente stabile proprio in virtù del fatto che la meccanica e cinematica dell’articolazione non vengono alterate con la conseguente possibilità di ripresa funzionale estremamente precoce, ridotta necessità di utilizzo di stampelle, nessuna necessità di rialzi sedendosi in bagno ed un rientro a casa più veloce e meno faticoso.

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Si tratta di un intervento di chirurgia mininvasiva o meglio a risparmio tissutale e si avvale di un insieme di tecniche, strumentari altamente specifici ed impianti protesici in alcuni casi dedicati, che permettono di ottenere un ridotto sanguinamento, minor risentimento doloroso nel post operatorio e un recupero funzionale drasticamente più rapido. Questo consente una ridotta ospedalizzazione con tempi di degenza per interventi non complicati di protesi d’anca di pochi giorni. Quindi si riducono i rischi di complicanze e si ha una più veloce ripresa della propria vita sociale e di relazione, così come un più veloce reinserimento nel lavoro. Risulta indicata a soggetti giovani con elevate necessità funzionali, ma anche a persone non più giovanissime, per le quali la ridotta ospedalizzazione e la precoce mobilizzazione possono fare la differenza.

L’eccellenza della Clinica I Cedri di Fara Novarese è fruibile anche dall’utenza bergamasca. A partire da febbraio 2018 infatti, il dottor Carlo Maria Sinicato, specialista in chirurgia dell’anca, utilizzatore di questa via chirurgica, opera alla Clinica I Cedri e visita in Habilita Poliambulatorio San Marco a Bergamo, in Piazza Repubblica 10, mettendo quindi la sua professionalità e specifica competenza a disposizione di chiunque avesse problemi d’anca o necessitasse di intervento di protesi, eseguibile anche con tecnica mininvasiva.

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