• Abbonati
La recensione

“The Post”: inno di Spielberg al giornalismo e al suo dovere di denuncia

Sebbene a volte risulti un po’ troppo forzatamente didascalico, nel voler richiamare a tutti i costi fatti e nomi con grande dovizia di particolari, si tratta comunque di una pellicola molto ben fatta, curatissima, e sempre più interessante man mano ci si avvicina al finale.

Titolo: The Post
Regia: Steven Spielberg
Attori: Tom Hanks, Meryl Streep, Sarah Paulson, Bob Odenkirk
Durata: 118 minuti
Giudizio: ****

 

Suono assordante di elicotteri in volo, soldati in camouflage che si dipingono la faccia e caos generale tra fango, pioggia e fucili. Siamo in Vietnam, 1971. Tra i soldati, un uomo osserva: si tratta di Danel Ellsberg, un impiegato del Pentagono mandato sul campo per monitorare la situazione. Ellsberg si accorge presto che in questa guerra, tanto criticata, c’è decisamente del marcio, qualcosa che non va.

The post

Tuttavia, quando interrogato sull’andamento del conflitto, il ministro della difesa, ben consapevole della situazione, non si fa problemi a mentire spudoratamente al pubblico dicendo che “va tutto bene”. Non va tutto bene e Ellsberg lo sa. Così, preso dai sensi di colpa, decide di trafugare dei documenti top secret dal Pentagono. Si tratta di numerose pagine in cui viene descritto dettagliatamente il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Vietnam. Ne risulta che, a partire da Truman per poi proseguire con Eisenhower, Kennedy, Johnson e infine Nixon, tutti i Presidenti, insieme alle loro amministrazioni, sapevano benissimo e fin dall’inizio dell’impossibilità di vincere la guerra.

Tuttavia, hanno continuato a mandare a morire centinaia di giovani soldati americani, col solo scopo di scongiurare l’umiliazione pubblica che sarebbe derivata dalla sconfitta.

Scandalo con la S maiuscola.

The post

Inizialmente i documenti vengono pubblicati dal New York Times, il quale viene prontamente bloccato da un’ingiunzione della Corte Suprema. A questo punto, con il Times fuori gioco, il Washington Post, che è riuscito a sua volta a mettere le mani sui documenti, ha finalmente il suo momento di gloria; ma si trova di fronte a una scelta molto difficile. L’editrice, Katharine Graham (interpretata da Meryl Streep), e il direttore, Ben Bradlee (interpretato da Tom Hanks), devono, nel giro di poche ore, decidere se astenersi dal pubblicare, e risparmiarsi una marea di grane, oppure pubblicare, con il rischio di finire in carcere e vedere svanire i finanziamenti che li tengono a galla.

Si tratta di una corsa contro il tempo, figurata e letterale, dove non è possibile esitare, perché una notizia in ritardo è una notizia persa. Katharine, che non si è mai ritrovata nella posizione di dover prendere, in quanto donna, delle decisioni di questo tipo, è costretta a uscire dal guscio e a sporcarsi le mani con materiale scottante, che potrebbe essere la sua fortuna così come la sua rovina. Alla fine, dopo estenuanti consultazioni, Katharine, noncurante delle conseguenze, decide coraggiosamente di procedere con la pubblicazione; perché per esercitare il diritto di stampa, bisogna stampare.

The post

Si tratta di un film in cui la fretta regna padrona. In primis, è stato girato di fretta dallo stesso Spielberg che voleva toccare temi importanti mentre erano ancora caldi. Per esempio, non è difficile sovrapporre la figura dispotica di Nixon all’odierno Trump e Katharine incarna perfettamente la lotta per l’emancipazione femminile che oggi stiamo vivendo con “it’s time”. In secondo luogo, nel film stesso il tempo è tutto. Tutti corrono, non c’è tempo per riflettere, bisogna agire d’impulso. Anche la povera Katharine, che rischia tutto e avrebbe bisogno di tempo per valutare le sue opzioni, viene forzata a prendere la decisione più importante della sua vita al telefono, in pochi minuti. Tuttavia, la fretta non ha intaccato la qualità del film. Sebbene a volte risulti un po’ troppo forzatamente didascalico, nel voler richiamare a tutti i costi fatti e nomi con grande dovizia di particolari, si tratta comunque di una pellicola molto ben fatta, curatissima, e sempre più interessante man mano ci si avvicina al finale. Un climax che culmina con la vittoria, orgogliosamente sudata, dei valori fondanti della nazione americana.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI