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La storia di Cyril, il rumeno di Caravaggio eroe tra le rotaie di Pioltello video

Il ragazzo, che era sul treno diretto a Milano e deragliato poco prima delle 7, è stato tra i primi a soccorrere i feriti

Pubblichiamo l’articolo di Luigi Ambrosio tratto sul sito di Radio Popolare giovedì 25 gennaio, giorno della tragedia di Pioltello che è costata la vita a tre donne, due delle quali bergamasche.

Ecco l’articolo, che vi proponiamo in versione integrale.

“Io non sono razzista, ma”.

La frase che non ci si aspetterebbe mai venisse pronunciata da uno che è appena scampato a un incidente ferroviario con tre morti e 5 feriti gravi, un treno spezzato in tre tronconi, carrozze accartocciate attorno ai pali dell’alta tensione, persone incastrate tra le lamiere contorte, intrappolate al buio in attesa di soccorsi per minuti interminabili.

Alto, sulla cinquantina, forte accento bergamasco. Un po’ trasandato. Si ferma volentieri a raccontare il botto e la paura all’esterno della palestra comunale di Segrate, dove sono stati portati i feriti lievi per i primi controlli da parte dei medici. Sono quasi tutti cittadini stranieri. Originari dell’Africa e dell’Europa dell’Est. Vanno a Milano a lavorare nell’edilizia, nei servizi, nelle pulizie.

“Io non sono razzista ma pensi che uno di loro ha un biglietto?”.

“No, e poi il controllore ha paura” ribatte un volontario della Protezione Civile.

“Fammi vedere il telefono” mi dice il passeggero scampato al deragliamento “ecco io non sono razzista, ma loro hanno tutti telefoni più grossi del tuo”.

“Beh, lavorano, se decidono di comprarselo che problema c’è”.

“Sì, certo lavorano. Vanno a Lambrate, lì c’è il loro capo, li manda in giro tutto il giorno col cappellino a chiedere i soldi, poi la sera se li prende”.

Esce dalla palestra un altro italiano: “Fa caldo lì dentro, ci saranno 50 gradi, sarà per tutti quei negretti”.

Il treno partito da Cremona sarebbe dovuto arrivare alle 7,24 alla stazione di Milano Garibaldi. È il treno dei pendolari. È deragliato poco prima delle 7 a Pioltello. I campi da una parte, i capannoni della logistica dell’Esselunga dall’altra, lo scalo merci di Segrate con la distesa di container.

“Ho visto una persona morta davanti a me” dice un ragazzo che arriva dal Nord Africa “un’altra con un piede incastrato tra i sedili”.

Cosa avete fatto?

“Abbiamo provato a liberarla”.

Cyril arriva dalla Romania. Era salito a Caravaggio, andava a Milano per lavorare in una impresa di pulizie: “I soccorsi sono arrivati dopo mezz’ora”.

Voi cosa avete fatto?

“Ci siamo organizzati per aiutare i feriti, era buio, non c’era nessuno”.

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