Cristiano Doni torna da infortunato. L’ex capitano dell’Atalanta, che ha smesso di giocare a calcio nel 2011 dopo la squalifica per la bufera calcioscommesse, ha prestato gratuitamente la propria immagine come testimonial per il calendario 2018 della Croce Bianca Città di Bergamo.
Nelle foto Doni, 45 anni il prossimo primo aprile, indossa la maglia giallorossa della squadra di calcetto dell’associazione di soccorso e finge di farsi medicare da alcuni simpatici volontari.
Il servizio di pubblica assistenza Croce Bianca Città di Bergamo è stato fondato il 25 settembre 1987, per opera di sette soci fondatori che, avvertendo la carenza di mezzi di soccorso sul territorio bergamasco, con entusiasmo e dinamismo e superando ogni difficoltà burocratica, intraprendono un modello di assistenza già di tradizione in altre regioni italiane.
I fondatori acquistarono i primi mezzi di soccorso e le attrezzature sanitarie autofinanziandosi. I volontari offrono il trasporto e l’assistenza ad ammalati e infortunati all’insegna della gratuità. Sostengono la propria attività con offerte, donazioni, lasciti, oblazioni di privati ed enti a qualsiasi titolo. L’associazione è sempre alla ricerca di persone che possano dedicare un po’ del loro tempo.
Il tema del calendario di quest’anno, distribuito gratuitamente, è un viaggio nel tempo per spiegare come il soccorso è sempre stato presente in tutte le epoche del mondo. Negli scatti ci sono i membri del gruppo vestiti a tema dall’associazione “Oltre i sogni” di Milano.
La realizzazione grafica è stata curata da Manuela Colombo, ex volontaria del gruppo, mentre gli scatti fotografici sono stati effettuati da Matteo Zanga, il fotografo d’avventura che è appena partito con lo scalatore Simone Moro per la spedizione in Siberia, che come ogni anno mette a disposizione il suo tempo e le sue attrezzature gratuitamente.
Prima di Doni, in passato, si erano prestati come testimonial altri giocatori dell’Atalanta come Daniele Capelli e Cristian Raimondi, oltre al compianto monsignor Aldo Nicoli, economo della Curia bergamasca.
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