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L'intervista

Alla gara mondiale di robotica, bronzo per il Majorana: l’emozione degli studenti

Zero Robotics è una competizione di programmazione robotica internazionale creata dalla NASA e dal MIT, in cui liceali da tutto il mondo si sfidano nella programmazione di satelliti, che in seguito verranno posizionati all'interno della Stazione Spaziale Internazionale

Zero Robotics è una competizione di programmazione robotica internazionale creata dalla NASA e dal MIT, in cui liceali da tutto il mondo si sfidano nella programmazione di satelliti SPHERES (Synchronized Hold Hold Engage e Reorient Experimental Satellites), che in seguito verranno posizionati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale; al fine di rilevare microorganismi organici sulla superficie Saturno.

A portare alto il nome dell’Italia e, più in particolare quello della bergamasca, ci sono sei studenti dell’ IISS Majorana di Seriate: Accordi Andrea, Luigi Carrara, Simone Mallei, il team leader, Stefano Pezzotta, Carlo Poggi, Matteo Tresca con i loro docenti Mariarosa Savoldi e Salvatore Traina. Questi, collaborando con il Liceo Fermi di Padova e con una scuola superiore Texana, si sono posizionati al terzo posto in una graduatoria mondiale, non raggiungendo la finalissima per una manciata di punti.

zero robotics_ majorana

Per l’occasione abbiamo invitato i ragazzi in redazione per scambiare due chicchere con loro: “Per me è stata una grandissima soddisfazione” ci dice Matteo Tresca, “l’anno scorso non siamo passati alla fase finale per una posizione, almeno siamo riusciti a scacciare la sfortuna! La nostra forza è stato vedere tutto questo come una gara con scopo produttivo e mai come qualcosa di troppo serio; alla fine era solo “fare più punti degli altri!” (ridono). Carlo Poggi ha poi tenuto a precisare “Era come una gara per battere le altre nazioni: ti svegliavi, guardavi la classifica e pensavi “eh dai cavolo che bravi che siamo stati”.

“Ciò che è emerso di più è stato sicuramente lo spirito di squadra, durante tutto il lavoro di programmazione (che poi mi dicono essere di più di 200 ore), a cui poi vanno aggiunte le conoscenze tecniche di base e quelle dell’inglese, visto che dovevamo comunicare con i nostri collaboratori texani” ci dice Simone Mallei, il leader della squadra, a cui poi sempre Matteo aggiunge “Se riesci a fare una cosa così capisci anche che hai le potenzialità di andare avanti, ti dà moltissima sicurezza”

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Una parte del merito va però anche ai due professori che hanno coordinato lo svolgimento del lavoro, a cui riesco a strappare faticosamente qualche dichiarazione; dal momento che, a detta loro, tutte le glorificazioni dovevano andare ai ragazzi.

“E’ stata sicuramente la giornata più bella della mia vita da insegnante, e mi ci sono voluti alcuni giorni per comprenderlo appieno” ci dice Mariarosa Savoldi, direttrice del lavoro dei ragazzi, “molti colleghi al nostro rientro ci fermavano e si complimentavano per il lavoro svolto, significa che avevamo fatto qualcosa di veramente importante; senza contare che poi anche il nostro capo (il Ministro Fedeli, Ndr) ci ha fatto i complimenti!

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“Dobbiamo smetterla di pensare che la scuola italiana sia mediocre o di basso livello, noi siamo arrivati terzi, ma anche tra i primi due vi era una presenza di scuole italiane!” rettifica Salvatore Traina, senior mentor del progetto.

I sei poi, alla fine dell’intervista, hanno voluto specificare che però ora, dopo essere letteralmente volati a milioni di chilometri dalla Terra, è giusto tornare con i piedi attaccati al suolo, a testa bassa, per continuare a studiare con convinzione ed umiltà, cosicché tutte le Nazioni, e magari anche noi stessi, si ricordino che l’Italia ha ancora molto da dare a tutto il Mondo.

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