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Le sfide

I nuovi equilibri nei cieli europei: tra il low cost che cambia, le coincidenze e l’Alitalia

La compagnia di bandiera italiana potrebbe finire nelle mani di Lufthansa che consoliderebbe così la propria leadership a livello continentale: ma le low cost, Ryanair ed Easy Jet su tutte, non stanno a guardare.

Il 2018 sarà un anno decisivo per il trasporto aereo europeo: con le low cost che avanzano sempre di più e si sono prese la scena, oltre che i passeggeri, e le compagnie di bandiera che zoppicano e cercano soluzioni alternative in processi di fusione o aggregazione, il risiko dei cieli aspetta solamente di essere innescato.

E una delle partite decisive si gioca proprio nel nostro Paese dove non è un mistero la situazione disperata di Alitalia, usata da un lato dall’accoppiata Air France-Klm e abbandonata dall’altro da Etihad, che sembrava il partner più affidabile e forte possibile per un rilancio.

Ora la compagnia potrebbe finire tra le mani dei tedeschi di Lufthansa che, dopo aver assorbito la maggioranza delle quota di Air Berlin in seguito al fallimento della stessa, potrebbe inglobare nel proprio network anche Alitalia, così come già fatto in precedenza con Austrian Airlines, Brussels Airlines e Swiss.

Un’operazione che potrebbe aprire un nuovo spiraglio per le compagnie di bandiera contro le low cost: nel 2017 Ryanair si è presa lo scettro di vettore con il maggior numero di passeggeri trasportati in Europa, 120 milioni da gennaio a novembre, lo stesso risultato del gruppo Lufthansa. Al terzo posto il gruppo IAG, composto da British Airways, Iberia e Vueling, seguito dalla partnership Air France-Klm: al quinto posto un’altra low cost, Easy Jet.

Anche le low cost, però, mirano a un cambio di strategia: Ryanair ed Easy Jet hanno manifestato interesse per la cessione di Alitalia, con la compagnia irlandese che non hai mai fatto mistero nemmeno della sua volontà di lanciarsi nell’avventura del lungo raggio.

Avventura che ha già intrapreso Norwegian, partner della prima ora del vettore in mano a Michael O’Leary, e che si è spinta invece in solitaria oltreoceano: per ora collegando Roma con Los Angeles e New York, da giugno anche da Milano con destinazione la California.

Guardando più nello specifico la situazione di Ryanair, proprio sull’aeroporto di Orio al Serio ha lanciato una delle sue più grandi sfide del 2018, ovvero i voli in coincidenza dallo scalo bergamasco: una sperimentazione iniziata a giugno 2017 con 25 rotte, estese poi a regime a 300, che permette ai passeggeri di imbarcarsi sul prossimo volo senza passare dall’area “landside” e di ritirare il proprio bagaglio direttamente alla destinazione finale.

Una sfida per Ryanair e una sfida per Sacbo, la società che gestisce lo scalo bergamasco, fresca di festeggiamenti per gli oltre 12 milioni di passeggeri e per una consolidata terza posizione a livello italiano dopo i colossi Fiumicino e Malpensa.

Ma il vettore irlandese sta provando a cautelarsi anche in vista della Brexit, chiedendo al Regno Unito la licenza di operatore aereo che le consentirebbe di continuare ad operare con voli interni al Paese anche in seguito all’uscita di Londra dall’Unione Europea.

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