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La protesta

Oriocenter verso lo sciopero: e c’è chi propone incentivi per lavorare il 26 dicembre fotogallery video

I lavoratori sono tornati a manifestare contro le aperture natalizie: da Zara proposto ai lavoratori un bonus di 80 euro lordi per accettare il turno di Santo Stefano.

I lavoratori di Oriocenter sono tornati a manifestare di fronte al centro commerciale più grande d’Italia: fulcro della protesta la loro contrarietà alle aperture durante le festività natalizie, Natale per i dipendenti del cinema e della nuova area food e Santo Stefano per tutti, con sullo sfondo la questione, non di minore importanza, del rinnovo del contratto nazionale per lavoratori delle aziende aderenti a Federdistribuzione e per quelli della distribuzione cooperativa.

Circa un centinaio si sono alternati dalle 12 alle 14.30 di venerdì 22 dicembre per rinnovare le proprie richieste e ribadire chi la propria contrarietà ad accettare turni di lavoro il 25 e 26 e chi la propria vicinanza ai colleghi costretti a lavorare in quelle date.

“Un flop di accessi e di incassi nei giorni di festa aiuterebbe le rivendicazioni dei lavoratori di servizi che non sono certo essenziali – avevano invitato i segretari cittadini delle categorie sindacali del commercio Mario Colleoni (Filcams Cgil), Alberto Citerio (Fisascat Cisl) e Maurizio Regazzoni (Uiltucs Uil) -. La libertà di impresa non deve contrastare con la libertà individuale di poter festeggiare ricorrenze, laiche o religiose che siano, che permettono alle persone di fermarsi a riposare”.

“La grande distribuzione ha sempre spinto per questo tipo di aperture – ha aggiunto Alberto Citterio – Speravamo che i vertici del centro commerciale, l’unico aperto nella nostra provincia in quelle date, rivedessero in modo ragionevole gli orari: invece non c’è stato nessun segno di apertura e allora non ci resta che scioperare”.

Un appello è stato rivolto anche alla politica: “È arrivato il momento di modificare il decreto Salva Italia – ha sottolineato Mario Colleoni – Il terziario oggi è sotto attacco e questi lavoratori meritano maggiore attenzione: non siamo in grado di dare delle cifre ma crediamo che l’adesione sarà alta”.

Se per il giorno di Natale il lavoro coinvolge solamente il cinema e l’area food, sulla novità dell’apertura di Santo Stefano si sono scatenati tutti i lavoratori: in tanti, alla precisa richiesta di disponibilità da parte delle rispettive aziende, hanno declinato e si sono astenuti.

Particolare la situazione da Zara che, come ha raccontato un gruppo di lavoratrici, ha proposto ai dipendenti un incentivo di 80 euro lordi per chi avesse accettato di lavorare il 26 dicembre: “La stragrande maggioranza di noi ha detto no a quel turno – ha commentato Diletta, delegata sindacale della Fisascat Cisl – Chi ha un ruolo in azienda lavorerà mentre sono pochi coloro che hanno cambiato idea anche dopo l’offerta di tipo economico. L’azienda si è trovata in difficoltà nel coprire l’intero turno, hanno anche chiesto a dipendenti di altri punti vendita della provincia chiusi il 26 dicembre di venire a lavorare a Orio, così come a degli interinali: anche qui, però, in molto hanno riposto picche. Crediamo che Natale e Santo Stefano siano festività senza prezzo”.

Un caso che potrebbe anche non essere isolato.

Al fianco dei lavoratori di Oriocenter si è schierata anche la leader della Cgil Susanna Camusso: “Sono vicina ai lavoratori della grande distribuzione che scioperano per chiedere il rinnovo del contratto scaduto da più di quattro anni. Sosteniamo anche la loro determinazione nel chiedere un legittimo riposo nei giorni di festa, non c’è alcun bisogno di tenere aperti i centri commerciali a Natale o a Santo Stefano, a Capodanno o a Pasqua. Anche per questo è giusto lo sciopero del 25 e 26 dicembre dei lavoratori di molti centri commerciali, tra cui quelli di Oriocenter, uno dei più grandi in Italia. E penso che la loro lotta vada sostenuta anche dai consumatori, astenendosi dall’andarci e dal fare compere. Rimandare di un giorno un acquisto non costa nulla, per il loro lavoro può significare molto”.

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