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Il bilancio

Orio: “13 milioni di passeggeri nel 2018, cresce impegno per ridurre impatto” video

Tra pochi giorni si taglierà il traguardo delle 12 milioni di persone transitate dallo scalo bergamasco che guarda già al futuro, tra scelte strategiche e interventi di mitigazione ambientale.

Se alla fine del 2016 i vertici di Sacbo si erano dimostrati molto cauti sulla possibilità di sfondare quota 12 milioni di passeggeri, traguardo che verrà tagliato nella mattinata di mercoledì 20 dicembre, a 12 mesi di distanza, durante il tradizionale appuntamento di fine anno per tracciare il bilancio dell’attività, il direttore generale della società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio Emilio Bellingardi è sicuro: “Nel 2018 si crescerà di un altro milione”.

Dieci milioni di passeggeri nel 2015, 11 nel 2016, 12 nel 2017 e 13 nel 2018: una progressione pazzesca che ha fatto cambiare approccio anche a chi si era sempre dimostrato piuttosto conservativo e restio a cedere a facili entusiasmi.

Una convinzione che si basa su risultati tangibili, come l’ormai nota crescita di Ryanair (che rappresenta l’80% del traffico) e la meno sponsorizzata ascesa di altri vettori come WizzAir: “Quest’ultima sta spingendo forte sull’acceleratore – conferma Bellingardi – mentre con la prima abbiamo iniziato la sperimentazione dei voli in connessione: per ora sta generando numeri significativi e credo che operativamente sarà la vera e propria sfida del prossimo anno”.

La soddisfazione di Bellingardi non si esaurisce qui: “Il modello di business inventato da Orio al Serio è diventato un esempio che tutti provano a copiare – sottolinea – Tutti cercano di accaparrarsi il traffico Ryanair e quello ‘courier’. Le previsioni in termini di crescita sono identiche a quelle di quest’anno mentre dal punto di vista economico cercheremo di contenere i costi pur rispettando investimenti approvati e annunciati. È riconosciuto come i benefici generati dall’aeroporto ricadano su tutto il territorio mentre i disagi riguardano solamente un’area ristretta: dobbiamo ringraziare chi vive in questa zona e confermiamo il nostro impegno per ridurre al massimo l’impatto”.

Bruni bellingardi

E Sacbo può guardare al 2018 con tutta la fiducia del mondo perchè, come sottolineato dal presidente Roberto Bruni, l’azienda è in salute e ha superato senza contraccolpi da un lato i disagi post estate generati dalle cancellazioni di Ryanair e dall’altro la creazione della nuova società di handling Bgy International Services, controllata al 100% da Sacbo.

“Ci sono state diverse problematiche che ci siamo trovati ad affrontare – continua Bruni – Il tema della sperimentazione delle nuove rotte, in capo ad Enac ed Enav, ha creato tensioni con il territorio e abbiamo dovuto lavorare sodo: c’è stato dialogo con i sindaci dei Comuni dell’hinterland aeroportuale e con i rappresentanti dei comitati dei cittadini. La mia porta è sempre aperta e c’è volontà di parlarsi: sottolineiamo però come ci siano già due ambiti procedurali ben definiti per provare a portare all’attenuazione del problema ambientale, la Valutazione Ambientale Strategica che accompagna il piano di zonizzazione acustica e la Valutazione di Impatto Ambientale che accompagna l’iter di approvazione del piano di sviluppo aeroportuale. Da parte nostra c’è tutto l’impegno: ricordo che Orio è l’unico aeroporto italiano che ha fatto e sta facendo opere di mitigazione ambientale che intendiamo incrementare”.

Nei programmi di sviluppo futuro dell’aeroporto c’è la voce “collegamento ferroviario”, con l’incarico di progettazione definitiva che dovrebbe essere assegnato nei primi mesi del prossimo anno ma a concentrare l’attenzione maggiore è soprattutto il tema delle alleanze, con aperture a Est e a Ovest: “Ci sono contatti in corso sia con Sea che con il fronte orientale – conferma Bruni – Ultimamente ho avuto due incontri con Enrico Marchi (il presidente di Save, società che gestisce l’aeroporto di Venezia ndr), che definirei esplorativi, e anche col presidente Giuliano Campana di Montichiari: ci sono problemi non semplici da risolvere, dalla concessione che ha in mano la Catullo (la società dell’aeroporto di Verona ndr) alla distribuzione dei pesi di un possibile rapporto a tre che coinvolga Bergamo, Brescia e Verona-Venezia, senza dimenticare la stesura di un piano industriale. I nostri clienti non ci stanno spingendo verso Montichiari: ci punteremo solo se saremo convinti dei possibili sviluppi e potrà rappresentare una valvola di sfogo. Ricordiamoci, però, che le ipotesi in campo sono tre perchè Orio potrebbe anche decidere di non stare con nessuno”.

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