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Appunti & virgole

Non è una bellissima favola, è la realtà, è l’Atalanta fotogallery

L'Europa è qui, adesso. Con quindicimila bergamaschi in festa a invadere ancora una volta Reggio Emilia e salutare con i fuochi d'artificio l'orgoglio di Bergamo.

Una bellissima favola? No, è la realtà, questa splendida Atalanta che vola in Europa e continua a farci sognare.

E quello che sembrava il luogo dell’esilio, con lo spostamento forzato a Reggio Emilia, è diventata la seconda casa dei nerazzurri, quella della festa, delle notti magiche, di un entusiasmo incontenibile che saluta con i fuochi d’artificio la terza vittoria su tre partite, al Mapei Stadium. E che fa dire a Gasperini: “Vedo entusiasmo, felicità. Persone, famiglie intere che sono venute a vederci fin qui ed è meraviglioso: uno spot per il calcio. E’ una bellissima esperienza per tutti, io per primo sono orgoglioso di questi ragazzi”.

Portaci, portaci in Europa, Gasperini… portaci in Europa, gli cantavano l’anno scorso, anzi poco più di sei mesi fa. Oggi Gasp non nasconde l’emozione nel vedere la sua squadra salire in cattedra e dettare legge di fronte ad avversari più titolati e magari anche un po’ presuntuosi, forse convinti di avere ragione, prima o poi, sui nerazzurri.

Non è così. La banda Gasp, dopo aver strapazzato l’Everton a settembre e suonato l’Apollon a ottobre, dopo aver mostrato la manita a Liverpool, ancora all’Everton, mette sotto anche i cugini d’Oltralpe. Un po’ spocchiosi, eh sì, molto compassati, magari anche sorpresi dalla forza dei bergamaschi (in campo ce n’era soltanto uno, Mattia Caldara che gioca come un computer e non sbaglia una mossa, ma tutta la squadra ha nel dna il carattere orobico). E comunque storditi dall’aggressività dei nerazzurri, una banda di fastidiose zanzare che hanno assalito il Lione in ogni parte del campo.

L’Atalanta ha vinto con il cuore e con la testa. Perché mai come in questa partita abbiamo visto Gomez e Ilicic sacrificarsi, Gasperini preferisce dire che hanno dimostrato “grande disponibilità”, noi sottolineiamo la prova dei due leader che sono tornati più volte indietro fino alla loro area, per proteggere Berisha. Loro che sono abituati a puntare alla porta avversaria, a guardare avanti sempre. L’Atalanta ha vinto con il cuore perché il numero uno dei suoi uomini squadra, Petagna, è riuscito a fare gol. Non si sa bene come, forse non se n’è accorto nemmeno lui, o forse aspettava l’assenso del Var che in Europa non c’è, prima di esultare.

Ma l’Atalanta ha vinto anche con la testa perché poco prima di fare gol aveva rischiato grosso e se l’era cavata e dopo il gol ha provato a fare il bis, con Ilicic, con Petagna. Ma ha capito che era più importante saper soffrire per difendere il vantaggio e quel gol che significava molto, moltissimo: cioè il primo posto nel girone. Che ha difeso con i denti e con i suoi “muri” Masiello, Toloi e quel Caldara che non butta via un pallone come faceva una volta (son già passati 45 anni) Gaetano Scirea. Perché a Zingonia crescono campioni e ne vedremo sbocciare ancora.

L’Atalanta ha vinto ed è prima nel suo girone a testa alta, altissima. “Quando abbiamo capito la nostra dimensione europea? La vittoria al debutto contro l’Everton è stata un passaggio fondamentale” ammette Gasperini. “E ci siamo resi conto che possiamo giocare contro chiunque, dunque siamo competitivi”.

Si dirà: adesso viene il bello. Basta vedere i nomi delle possibili avversarie nei sedicesimi, dal Borussia Dortmund al Celtic, dal Marsiglia allo Spartak Mosca di Massimo Carrera. Almeno per ora ci risparmiamo un’italiana, 26 anni fa fu l’Inter a dire stop ai nostri nerazzurri. Ma non andiamo troppo lontano.

L’Europa è qui, adesso. Con quindicimila bergamaschi in festa a invadere ancora una volta Reggio Emilia e salutare con i fuochi d’artificio l’orgoglio di Bergamo, questa Dea che continua a sorprendere. Tutti, meno che mago Gasp. Lui ci credeva fin dal sorteggio di agosto, lui è anche il maestro attento e molto esigente: “Potevamo fare di più, per esempio in qualche ripartenza, così avremmo segnato anche il secondo gol e sofferto meno. Perché in campionato non sempre siamo così brillanti? Perché è diverso e ci sono altre difficoltà, se troviamo squadre chiuse non è semplice. Ma abbiamo dimostrato di tenere testa al calcio inglese, a quello francese: vuol dire che il nostro calcio ha dei valori”.

Grazie Gasp, per lo spettacolo del Mapei Stadium. I quindicimila bergamaschi sono pronti a tornare, anche a passo d’uomo e in coda. A farli volare ci pensa poi questa fantastica, magica Atalanta.

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