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Le modifiche

Variante urbanistica, Bergamo snellisce le procedure per recupero e riqualificazione

Nella fase di controdeduzioni la variante ha introdotto alcune novità riguardanti il patrimonio esistente: cittadini e associazioni hanno presentato complessivamente 124 osservazioni.

Riqualificazione e recupero dell’esistente: è questo l’indirizzo che l’amministrazione comunale di Bergamo ha voluto dare alla cosiddetta Variante urbanistica 10, adottata a luglio e che ora sta seguendo l’iter di approvazione che dovrebbe arrivare a compimento entro la fine dell’anno.

Durante la fase di controdeduzioni la variante, che regola il piano delle regole e dei servizi ma non il documento di piano, ha introdotto alcune novità riguardanti la riqualificazione dell’esistente, snellendo le procedure in un’ottica di semplificazione: in Comune sono arrivate 124 osservazioni, 21 delle quali già giudicate non pertinenti, sottoposte principalmente da privati cittadini ma anche dall’Ordine degli Architetti di Bergamo, Ance, Italia Nostra e alcune realtà di quartiere.

“Abbiamo lavorato su due fronti – spiega l’assessore alla Pianificazione territoriale e mobilità Stefano Zenoni Da un lato gli ambiti di trasformazione e dall’altro su ogni edificio della città con possibilità di recupero degli spazi interni”.

Le aree di trasformazione coincidono quasi completamente con le grandi aree dismesse sulle quali, fino ad oggi, senza un piano attuativo o di lottizzazione non era possibile intervenire se non per fare manutenzione: “Ora invece – illustra l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini – diamo la possibilità di procedere a un cambio di destinazione d’uso che, mantenendo l’esistente, consente di riconvertire l’edificio. Abbiamo fatto questa precisa scelta: limitare fortemente le edificazioni e aprire invece le maglie su ciò che c’è già. Dall’altro lato, sul tema della riqualificazione degli spazi interni, si potrà incrementare la superficie fino al 20% senza modificare la sagoma dell’edificio, ovviamente senza demolizioni e nel rispetto dei regolamenti edilizi”.

Due novità che liberalizzano gli interventi senza grosse conseguenze per il territorio, arrivando a un migliore utilizzo del patrimonio: da sottolineare anche la comunione di intenti e di vedute tra l’amministrazione e le associazioni del settore edilizio che, preso atto dell’impossibilità di espansione e nuove edificazioni, hanno intrapreso la strada del recupero e della riqualificazione.

Le nuove procedure promettono vantaggio notevoli soprattutto dal punto di vista delle tempistiche: se, infatti, per un piano attuativo sono necessari almeno due anni, in questo modo ce la si potrà cavare in un paio di mesi.

Le novità promettono, infine, di smuovere anche il mercato dei negozi sfitti: per quelli sotto i 250 metri quadrati l’amministrazione ha introdotto il principio di indifferenza funzionale che permette di dare qualsiasi destinazione, a parte la residenza e altre evidenti, allo spazio.

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