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Cambia la mappa dei 101 gruppi made in Bergamo: Brembo svetta

E' in distribuzione il nuovo numero annuale di "Made in Bergamo", con i bilanci dei 101 gruppi aziendali di Bergamo e della provincia. Praticamente la fotografia della produzione e del manifatturiero orobico, come spiega Mario Zambetti, direttore della rivista.

E’ in distribuzione il nuovo numero annuale di “Made in Bergamo“, con i bilanci dei 101 gruppi aziendali di Bergamo e della provincia. Praticamente la fotografia della produzione e del manifatturiero orobico, come spiega Mario Zambetti, direttore della rivista.

I bilanci naturalmente si riferiscono al 2016, anno che ha registrato cambiamenti importanti nel mondo imprenditoriale bergamasco, soprattutto per via dell’uscita di scena dell’Italcementi, che “fa venire meno più di 4 miliardi di fatturato, vale a dire un quinto del totale”. Viene così consacrata a tutto tondo la leadership del gruppo Brembo che svetta in cima alla classifica.

Ma cosa raccontano le cifre del bilancio? Raccontano un utile totale dei 101 gruppi in crescita di ben 847 milioni rispetto all’anno precedente, con i ricavi in calo a 20,9 miliardi, proprio a causa della fuoriuscita di Italcementi.

Ecco la top 10 relativa all’utile 2016:

1) Brembo (Curno): 240.632.000 euro

2) San Pellegrino (San Pellegrino Terme): 95.962.000

3) Radici Group (Bergamo): 45.535.000

4) Old Mill Holding (Urgnano): 45.449.000

5) SDF (Treviglio): 42.207.000

6) Lucchini rs (Lovere): 37.257.000

7) Polynt (Scanzorosciate): 27.722.000

8) Gestioni Fassi Group (Albino) 25.204.000

9) Gewiss (Cenate Sotto) 23.040.000

10) Flamma slr (Chignolo d’Isola): 22.146.000

made in bergamo

E raccontano di 5 star, 5 gruppi davvero performanti, vale a dire che hanno incrementato il fatturato di oltre il 20% nell’arco dei dodici mesi con un indice utile/fatturato superiore al 5%. Le star sono: Flamma (Chignolo d’Isola), Fonderia di Torbole (Bergamo), Ronal (Ponte San Pietro), Persico (Nembro) e Mazza (Castelli Calepio). Sono gruppi da almeno 50 milioni di euro l’anno. E il segnale positivo riguarda il fatto che l’anno scorso di “stelle” ce n’era una soltanto: Flamma.

La mappa economica mostra anche i dati precisi dell’export, con le top 10 del 2016: SDF (Treviglio), Alfa Parf (Osio Sotto), Carimali (Bergamo), PPM (Bergamo), Officine Resta, OMB (Cenate Sotto), Itema (Colzate), Stucchi (Brignano Gera d’Adda), Fassi (Albino) e Brembo (Curno). Questa super-decina esporta più del 90% del proprio prodotto. “Sono 70 o gruppi bergamaschi che hanno almeno una componente export nel fatturato – prosegue Zambetti -: resta molto importante questa voce che in totale si aggira sul 68% dei 101 gruppi”.

Ed elenca, con tutti i dati utili, le 12 new entry: Fintyre (di Seriate), Serioplast (Dalmine), Bsccb (Stezzano), Neodecortech (Filago), Phoenix International (Verdello), Equity Axl (Bergamo), Plastik (Bergamo), Italfim (Pedrengo), MinoRonzoni (Ponte San Pietro), Castfutura (Terno d’Isola), Pe.Tra (Brembate), Sei (Curno).

“Made in Bergamo” racconta anche delle cadute, come quella di Innowatio, nel 2016 sul podio per fatturato con 1 miliardo e 717 milioni di euro e oggi in liquidazione.

In sintesi, commenta Mario Zambetti: “L’industria bergamasca si difende bene. La redditività è in leggera crescita rispetto al 2015. Bergamo, rispetto alle altre realtà del Nord Italia, rimane uno dei sistemi manifatturieri che tiene”.

La rivista, che è molto ricca e propone i numeri della classifica dei 101, le società consolidate, i gruppi dell’anno, i ricavi per area, i dipendenti e anche i primi 365 lombardi, non bergamaschi, non è in edicola. La si può richiedere chiamando lo 035.217848 o via mail a: amministrazione@bergamo15.it.

 

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